Berlusconi: sui Dico niente sconti Colpo di grazia alla famiglia

La Casa delle Libertà si schiera compatta contro il disegno di legge sulle unioni civili. Il Cavaliere: "Un matrimonio di serie B che apre alle adozioni gay". La sinistra all'attacco: "Chiesa razzista". I vescovi al governo: "Vi siete arresi alle coppie omosex"

Berlusconi: sui Dico niente sconti 
Colpo di grazia alla famiglia

Roma - Dicono no. Forza Italia, An, Udc e Lega. La Casa delle libertà sembra compatta e annuncia con tutti i suoi partiti il voto contrario sui Dico, il disegno di legge sulle coppie di fatto che tra un paio di settimane sbarcherà al Senato. La posizione è stata ribadita da tutti i leader, da Berlusconi, a Fini, a Casini. E non solo «perché lo dice la chiesa», sottolinea per esempio Casini. Salvo sorprese, la maggioranza sarà quindi affidata a se stessa al momento del voto, senza sostegno dagli oppositori.
«È assolutamente certo che nessun senatore di Forza Italia farà da stampella a questo governo», è convinto Silvio Berlusconi. Non è un ordine, ma una certezza secondo l’ex premier. La libertà di voto sui temi etici «è doverosa» per i parlamentari azzurri. Ma a parere del leader della Cdl il testo Bindi-Pollastrini, licenziato giovedì dal Consiglio dei ministri, «crea esattamente quello che noi non volevamo - ha chiarito in un’intervista con Il Messaggero - una sorta di matrimonio di serie B, che svilisce il significato della famiglia, il suo valore sociale e civile, ed è certamente prodromico alla concessione dell’adozione a figli anche di coppie dello stesso sesso». Non ci sarà aiuto dall’opposizione proprio perché non viene apprezzato il metodo del disegno di legge, e l’Unione scivolerà sul ddl: «Nonostante lo sforzo di conciliare esigenze contraddittorie - valuta Berlusconi - la maggioranza non riuscirà a mantenersi compatta ed accelererà il processo di disgregazione già in atto».
«Matrimonio di serie B» è la definizione dei Dico che ripete anche Gianfranco Fini. Non c’era nessuna fretta di legiferare sulle coppie di conviventi, e non andava fatto in questo modo, sostiene il leader di Alleanza Nazionale: «Prodi ha pensato che questa fosse una priorità, ma non lo è. E soprattutto è paradossale che un governo diviso su tutto agiti una bandiera ideologica per attaccare la famiglia. Visto che hanno fatto questa scelta arrogante, ora dimostrino di avere una maggioranza».
Pier Ferdinando Casini precisa però di non condividere il voto contrario sui Dico «per mandare a casa Prodi». Il «No» deve essere proclamato «con convinzioni ideali, non per tornaconto politico». Il parere è in ogni caso «negativo» anche per Casini. Chi convive, ha spiegato ieri a Domenica In il numero uno dell’Udc, lo fa «in base a un principio di libertà e non sottoscrive diritti e doveri». La legge «è un colpo di grazia alla famiglia».
Così i leader. Ma anche in Parlamento sembra ci sia accordo sul voto contrario. Nella «dura battaglia in Parlamento», risponde a Casini Gianni Alemanno (An), non ci saranno «retropensieri politici, perché non ci interessa se il governo cade o non cade su questo argomento. L’impianto della legge è sbagliato».
Nessuno nell’Unione «si illuda - avverte Maurizio Sacconi (Fi) - non un voto laico andrà in soccorso della soluzione pasticciata dei Dico».
A questo punto, al ritorno dal viaggio in India, a Romano Prodi non resta che fare harakiri ironizza il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli. La maggioranza a suo avviso sta attuando «un suicidio politico in tre atti: politica estera, Afghanistan e Dico». Il consiglio a Prodi è quello di «staccare la spina al governo prima che a farlo sia il Senato in forma ben più dolorosa».
Per il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, Berlusconi si è mantenuto coerente con la linea di Forza Italia confermando «la libertà di coscienza», ma «ha espresso le ragioni di merito e di metodo» che porteranno inevitabilmente laici e cattolici «a votare no all’approvazione di questo progetto di legge».
«Dall’opposizione di centrodestra non arriverà nessuna mano tesa», conferma l’azzurra Isabella Bertolini.

L’unico che si oppone al compatto «no» della Casa delle Libertà è Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana, che propone un disegno di legge «condiviso» sulle convivenze: «Non capisco come mai tutto il centrodestra voglia lasciare al patrocinio dell’Unione anche i tanti conviventi spesso di centrodestra, spessissimo cattolici sofferenti, ma non per questo non votanti».

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