RomaTira il fiato il Cavaliere e resta alla finestra, in attesa si scavalli il Natale e si apra quella «nuova fase» dove «tutto può accadere» e per la quale «dobbiamo farci trovare pronti».
Insomma, pur non condividendo in toto la manovra, soprattutto sul fronte Ici, Silvio Berlusconi sa bene che il via libera del Pdl non è in discussione. Fiducia o non fiducia, lex premier tutto può fare fuorché mettersi di traverso e rischiare di far saltare non solo lItalia ma anche lEuropa. Eppoi, lha detto anche pubblicamente, «molte delle misure» previste dal governo Monti sono condivisibili e «se la nostra maggioranza non fosse stata divisa le avremmo prese anche noi». Ogni riferimento al nodo pensioni e alla Lega è puramente casuale.
Insomma, fino al 2012 il copione è già scritto. Poi bisognerà vedere cosa decide la Corte costituzionale sullammissibilità del referendum elettorale e cosa succede nel Pd se sindacati, Sel di Nichi Vendola e Idv di Antonio Di Pietro si ritrovassero in piazza schiacciano Pier Luigi Bersani allangolo. Perché se è vero che il Cavaliere non ha intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a Monti «a prescindere», non si può ignorare il fatto che il governo potrebbe comunque trovarsi in cattive acque. Ed è questa la ragione per cui lex presidente del Consiglio ha dato il la per una decisa accelerazione nella riorganizzazione del Pdl, perché - ha più volte ripetuto in privato - «bisogna farsi trovare pronti in qualsiasi momento». Che poi è il motivo per cui la Euromedia Resarch di Alessandra Ghisleri continua a sfornare sondaggi e rilevazioni come se Berlusconi fosse ancora seduto a Palazzo Chigi.
A parte «lammuina», dunque, la manovra anti-crisi passerà senza incidenti. Per dirla con le parole del vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera Massimo Corsaro, il sostegno al governo non è in discussione ma «lincremento delle detrazioni Ici sulla prima casa e laumento della fascia di pensioni cui viene riconosciuta lindicizzazione sono due punti fondamentali su cui non si transige». Insomma, «questa è una manovra tutta tasse e sul profilo generale ci sono molte cose che non ci piacciono, ma in caso di fiducia la voteremo per senso di responsabilità come promesso».
Che poi è più o meno lo stesso concetto espresso dallex ministro Mariastella Gelmini convinta che il governo stia agendo «più sulla pressione fiscale che sui tagli», una scelta «poco felice».
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