È durato cinque ore il consiglio di amministrazione di ieri di Telecom Italia. Una mattinata in cui si è «parlato di tutto» come ha detto il consigliere Berardino Libonati. Un cda intenso dunque ma definito «assolutamente ordinario» dal presidente di Telecom Gabriele Galateri. In realtà i temi erano molti a partire dal piano industriale dove però ogni aggiornamento è rimandato. E quindi ora lattesa si sposta sul 2010, per il cda del 25 febbraio sui conti annuali: sarà quella la sede per nuove valutazioni da parte degli azionisti, come Marco Fossati, che varie volte ha espresso perplessità sulloperato dellattuale vertice.
La durata fiume del consiglio di Telecom non ha spaventato lad Franco Bernabè: «Abbiamo parlato di scenari e strategie» ha detto il manager. Cè da dire che essendo Telecom, ormai da mesi al centro del gossip finanziario, dubbi e domande non sono mancati. Dal futuro della rete alle prossime dismissioni. Secondo indiscrezioni si è parlato a largo raggio ma senza decisioni concrete nonostante gli utili in discesa e il titolo ormai inchiodato da mesi a circa un euro di valore. Bernabè, che nel pomeriggio ha partecipato a un convegno in Borsa a Milano su Italia, America Latina e Caraibi ha sottolineato che «il cda è andato benissimo». Aggiungendo che «lAmerica Latina rappresenta una grande opportunità di sviluppo. Ha sempre avuto un ruolo importante, adesso abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi soprattutto sul Brasile, che è una straordinaria opportunità di crescita. Inoltre cè stato un ulteriore passo in avanti nelloperazione di fusione tra Tim Brasil e Intelig, che rappresenta un asse formidabile di espansione. A riprova, ha concluso, che non facciamo solo dismissioni, ma anche acquisizioni in quelle che per noi sono aree strategiche». Lad ha anche spiegato la situazione in Argentina dopo che lAntitrust del Paese ha stabilito che Telecom dovrà cedere «la totalità delle partecipazioni azionarie detenute, direttamente e indirettamente, in Sofora (che controlla Telecom Argentina), fissando come tempo massimo un anno». Il problema è la presenza di Telefonica, che in Argentina ha altri interessi nelle tlc, nellazionariato di Telco, la holding che controlla Telecom.
Per qualcuno la presenza degli spagnoli è troppo ingombrante e non basta che il presidente Alierta e lad Linares escano dal cda Telecom quando si discutono argomenti che vertono sul Sud America. Del resto lo ha detto anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi secondo il quale Telefonica è «ingombrante» e «non gradisce gli investimenti allestero di Telecom». Quanto allArgentina bisognerà stabilire se, alla luce delle offerte arrivate per la quota, convenga vendere o tenere la partecipazione procedendo per vie legali.
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