Bernheim «sonda» l’Antitrust e Prodi

da Milano

Le passeggiate romane del presidente di Generali, Antoine Bernheim, sono arrivate ieri fino a Palazzo Chigi: dopo aver incontrato, come previsto, il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, Bernheim ha visto anche il premier, Romano Prodi, in un incontro che era stato tenuto riservato anche ai suoi collaboratori.
Bernheim ha organizzato la missione romana in proprio, non essendo accompagnato da manager del gruppo. Un’iniziativa mirata a dare all’esterno un segnale chiaro: il gruppo intende muoversi a livello di attività di «lobby» e lo fa con il presidente in prima persona. Forse per sottolineare la necessità di mantenere un tipo di relazioni con le istituzioni che in questi anni è stato un po’ trascurato dal Leone. Ma che ora, con i confini domestici sempre più stretti per i progetti di sviluppo del gruppo assicurativo, diventa un obbligo. Tanto che alla visita di Bernheim è probabile facciano seguito altre e più organiche iniziative.
Sia l’Antitrust (che ha autorizzato l’acquisizione di Toro, ma ha imposto la vendita di Nuova Tirrena, contro la quale Generali ha ricorso al Tar), sia il governo (che a giugno ha varato il decreto Bersani sul plurimandato, poche ore dopo il lancio dell’Opa su Toro), hanno di fatto creato non pochi pensieri per i progetti italiani del gruppo.


E ora che in gioco resta l’assetto definitivo della governance di Intesa-Sanpaolo, sul quale l’Antitrust deve ancora esprimersi, e che assume valenza «pesante» per l’attività di bancassurance del gruppo, l’inaugurazione di un nuovo corso nei rapporti romani sembra ben giustificato.

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