Berruti si sente Monti e rivede la Costituzione

(...) all'attenzione dei consiglieri la proposta per una normativa che preveda il riconoscimento simbolico della cittadinanza italiana per i bambini nati sul suolo savonese da genitori stranieri e che - occorre ricordarlo - per la Legge non possono considerarsi cittadini italiani fino al compimento del 18esimo anno di età, vigendo in Italia lo ius sanguinis e non lo ius soli. «Una grande percentuale dei bambini nati a Savona è figlia di genitori stranieri - ha affermato Berruti -. Dare la cittadinanza a chi nasce qui è il modo migliore per avere una società coesa, solidale e ordinata». «Siccome le leggi attuali non lo prevedono - ha proseguito il sindaco - abbiamo pensato a questo progetto che speriamo possa essere presto superato da una normativa nazionale». All'interno di questa proposta, la Giunta Berruti ha voluto aggiungere anche un altro capitolo, riguardante la cittadinanza benemerita per i soggetti che rendono onore alla città di Savona. «Viviamo in un momento storico dove si tende a focalizzare l'attenzione sugli esempi negativi - ha spiegato il primo cittadino -. Mi sembra giusto e doveroso quindi dare un riconoscimento a tutte quelle persone che si rendono protagoniste di gesti positivi che possono essere presi da esempio soprattutto dai più giovani».
Su quest'ultimo aspetto l'unanimità è stata convinta, ma sul capitolo ius soli il dibattito ha infiammato il Consiglio. «Non vedo la necessità di questo provvedimento, diamo un pezzo di carta a delle persone che invece hanno gli stessi bisogni dei cittadini italiani - ha sbottato il leghista Arecco -. Mi sembra una manovra di buonismo a basso prezzo oltre che un tentativo di evitare i temi di nostra competenza parlando di materie che non ci competono». Apriti cielo. «Non accetto lezioni da chi rappresenta il partito che nella scorsa campagna elettorale usava i cartelloni con le immagini dei disperati sui barconi e la scritta “noi non li vogliamo”», ha subito replicato Carlo Frumento (Futuro è Socialismo).

Gli interventi si sono succeduti a oltranza con pareri unanimi di approvazione dai banchi del centrosinistra e con contrasti tra quelli di minoranza, dove a consiglieri sostanzialmente favorevoli come Marson e Romagnoli si sono contrapposti altri più restii come Bracco e Benvenuto. Infine, dopo quasi due ore di dibattito, la proposta è andata in votazione, ottenendo il parere favorevole di tutti i consiglieri esclusi il leghista Arecco e il pidellino Bracco.

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