Roma - Le indiscrezioni trapelate a margine del pranzo tra Berlusconi e Fini non potevano che creare un terremoto in seno alla maggioranza. Con la minaccia di dare vita a gruppi parlamentari autonomi, da parte di Fini, e la richiesta - poi smentita - che il premier avrebbe fatto all'ex leader di An di lasciare la presidenza della Camera, è evidente che la tensione è alta. Un'occasione troppa ghiotta per l'opposizione per non affondare il colpo. Il primo a intervenire è il segretraio del Pd, Pierluigi Bersani, che subito va all'attacco del presidente del Consiglio. "Non credo che la presidenza della Camera sia nella disponibilità di Berlusconi. Sarebbe meglio che il premier fosse più prudente". Così Bersani risponde ai cronisti che gli chiedevano di commentare il dissidio tra il premier e il presidente della Camera. Bersani ha parlato a margine del congresso dell’Arci in corso a Chianciano e affrontando il tema delle riforme istituzionali ha sottolineato che il Pd "non fa vestiti su misura né per Berlusconi né per la Lega: noi non siamo una sartoria, siamo il partito della Costituzione, è la più bella del mondo, la difenderemo sempre perché ci ha fatto fare dei passi avanti".
Di Pietro: Fini ha capito L’Italia deve liberarsi del "sistema piduista" al governo e ora "l’ha capito anche Fini". Lo dice il leader del'Idv Antonio Di Pietro, intervistato dal Tg3. "Prima ci liberiamo del sistema piduista che governa l’Italia e meglio è. Mi fa piacere che l’abbia capito Fini".
Di Pietro parla anche delle rivendicazioni della Lega sulle banche: "I partiti devono stare fuori dalle banche, dall’informazione... devono fare le leggi in parlamento e ascoltare i bisogni dei cittadini. La devono smettere di intrallazzare dentro le banche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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