Sentendo Pierluigi Bersani parlare di inversione di tendenza dopo che il suo Pd ha perso quattro Regioni, ognuno reagisce come può: il ministro Rotondi definisce «comico» il suo surrealismo, mentre Beppe Grillo ci va un filo più pesante: «Delira, rimuovetelo». Lunica certezza è che il partito-bocciofila da lui preconizzato non ha fatto boccia-punto nemmeno a casa sua, nella natia Bettola, oasi piacentina in cui Bersani è cresciuto e diventato uomo. La gioventù trascorsa a fare il pieno nella pompa di benzina del padre, le radici paesane, il rapporto col territorio: tutto sprecato. I concittadini se ne sono cordialmente fregati e hanno votato Lega al 34%. Per dare unidea, lintero centrosinistra si è fermato al 31%. Insomma, un segretario che perde pure a casa sua, pensa il vile volgo, farà mea culpa. E invece no, Pierluigi nega levidenza: «Il Carroccio va bene nelle regioni rosse? Normale. A Bettola sinistra ko? Sempre stato così, mi chiamavano pecora rossa perché vinceva sempre la Dc». Vabbè. Però ai tempi mica cera il segretario del Pci come compaesano, vuoi mettere leffetto-traino? Eppure niente, Bersani traina solo la sua impotenza rosicona: «In Emilia e Marche il Pd è cresciuto», prova a dire. Sarà cresciuto sulle Europee, ma al confronto delle Regionali 2005 si è inabissato.
Eppure niente, per lui «cè stata uninversione di tendenza», «ora Berlusconi è in pericolo», «in Lazio e Piemonte abbiamo preso due pali al 90». Inutile, solo il suo idolo Vasco Rossi potrebbe spiegargli che «non lhai mica capito», Pierluigi, ma lindomani della tornata elettorale, per te, non è «Una splendida giornata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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