Bertolaso è stufo: sono pronto a lasciare

Nelle segrete stanze dei palazzi romani i boatos sull’addio di Bertolaso rimbalzano come le biglie sulle sponde del flipper. San Guido, il Signore delle emergenze e dei miracoli, potrebbe lasciare la Protezione civile a fine anno. Sarebbe già cosa fatta. Già «firmata» dall’uomo che risolve i problemi d’Italia e che da anni è perseguitato dagli invidiosi di mestiere, dagli assetati di potere, dai magistrati che lo inseguono. Voci sempre più insistenti vogliono il Capo impegnato a far altro dal 1° gennaio 2010, stando ai «conti» che Bertolaso avrebbe chiesto di fare agli uffici competenti della presidenza del Consiglio quale giusta liquidazione per il lavoro svolto. Forse andrà a fare «il medico in Africa», come ripete da anni a chiusura di ogni intervista. O forse aspetterà di scalare la poltrone di capo della nascente Protezione civile europea, come più voci rilanciano da mesi. Nel frattempo potrebbe restare con un ruolo più «politico», sempre da sottosegretario. Difficilmente scenderà in politica, visto che ogni volta che ci provano a candidarlo - l’ultima alla presidenza della Regione Lazio - lui fa spallucce e risponde picche.
Sulla decisione di mollare l’incarico alla Protezione civile, esisterebbero ancora labili margini di ripensamento. A chi si dice sicuro che nella scelta estrema possa aver pesato il pressing della magistratura, ossessionata dal colpire lui per affondare il Cavaliere, il sottosegretario alle catastrofi fa sapere attraverso il suo entourage che semmai «un giorno dovessi andare via» ciò «non accadrà per colpa delle inchieste e dei magistrati che le conducono. Questo è proprio l’ultimo dei motivi che mi spingerebbe a lasciare». Le ragioni del pensionamento anticipato sarebbero altre, e più alte, fa sapere Bertolaso. Quanto alla data presunta del commiato, e alla volontà di mollare una poltrona di grande potere (caduta la candidatura del prefetto Franco Gabrielli dell’Aquila, in pole position per la protezione civile vi sarebbe Gianni De Gennaro) l’interessato tace. «Bertolaso su questo non commenta» taglia corto il portavoce Luca Spoletini contattato dal Giornale.
Se l’uomo degli exploit dei rifiuti a Napoli e dei rapidissimi soccorsi all’Aquila ha deciso di presentare domanda per la pensione, dev’esserci sotto qualcosa. Due dei suoi più stretti collaboratori hanno lasciato il Dipartimento. Altri sono pronti a farlo anche perché non sembra peregrino il rischio di ricevere infauste sorprese giudiziarie. Il coinvolgimento forzato di Bertolaso nell’inchiesta barese su Tarantini e il suo rinvio a giudizio richiesto dalla procura di Napoli per i rifiuti potrebbero aver fatto precipitare le cose.

A ottobre, intervistato dal settimanale Tempi, San Guido la metteva così, a mo’ di presagio: «La fine della storia è già scritta... saluto tutti e torno a fare il medico nel terzo mondo, nel Sudan meridionale. Appena mi fanno arrabbiare... ». E arrabbiato, Bertolaso, lo è di sicuro.

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