Bogotà - Dopo sei anni nella giungla della Colombia prigioniera delle Farc, Ingrid Betancourt ha potuto finalmente riabbracciare i suoi figli Melanie e Lorenzo, arrivati da Parigi con il ministro degli esteri francese Kourchner. Un abbraccio commovente a bordo dell'aereo appena atterrato, commovente come quello di ieri con la madre, quando Ingrid è arrivata, in tuta mimetica, in una base militare. Libera, dopo sei lunghi anni di paura e di speranza, di appelli internazionali e di mediazioni fra governi con le Farc sempre falliti. Un incubo che sembrava senza fine per la donna franco-colombiana ex candidata alla presidenza della Colombia. Poi ieri sera la agenzie di tutto il mondo, i siti internet, le Tv, hanno iniziato il tam tam sulla liberazione. Era fatta.
Blitz frutto di inganno e intelligence La liberazione è stata un "capolavoro" militare e di intellegence basato sull'inganno e studiato con cura per mesi: il blitz dell'esercito colombiano è scattato. Ingrid Bentacourt e altri 14 ostaggi (11 militari e tre americani) in mano alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), sono stati "prelevati" dalla giungla nel sud del paese senza sparare un solo colpo, e riportati a Bogotà sani e salvi.
L'Operazione Scacco, come è stata spiegata dal ministro della Difesa Juan Manuel Santos e confermata dalla testimonianza della stessa Betancourt, è partita da una infiltrazione del vertice delle Farc, grazie alla quale è stato inviato un falso messaggio al gruppo di guerriglieri che detenevano il gruppo di ostaggi. Nel messaggio, come ha raccontato il generale Jaime Padilla, si comunicava che gli ostaggi dovevano essere trasportati a una nuova località, per passare sotto il controllo del comandante delle Farc, Alfonso Cano. E così è stato inviato un elicottero per raccogliere gli ostaggi, guidato da militari colombiani.
Ingrid scoppia in lacrime La Betancourt ha raccontato che solo quando, salita sull'elicottero con gli altri ostaggi, si è sentita dire dai militari "siamo dell'esercito nazionale, siete liberi" ha capito quello che era successo, ed è scoppiata in lacrime. L'ex candidata presidenziale ha definito "impeccabile" e "perfetta" l'operazione militare, sottolineando che "non c'é stato un solo sparo" e chiedendo perfino ai comandanti delle Farc di non prendere misure di rappresaglia contro i guerriglieri che hanno consegnato gli ostaggi all'esercito: "Sono innocenti, non sapevano quello che facevano".
L'abbraccio con la madre Mentre i tre ostaggi americani ripartivano verso il loro paese, gli altri sono stati portati alla base militare di Catam, nei dintorni di Bogotà: Ingrid Betancourt è stata la prima a scendere dall'aereo, e ai piedi della scaletta ha abbracciato la madre, Yolanda Pulecio. Apparentemente in buona forma - lei stessa ha chiarito che le immagini diffuse nel febbraio scorso la mostravano mentre era convalescente - e visibilmente emozionata, indossando una uniforme mimetica ("sono solo un piccolo soldato") e coi capelli raccolti in trecce, la Betancourt ha parlato a lungo, sulla pista della base militare di Catam.
"Ringrazio Dio e i soldati di Colombia" "Prima di tutto - ha detto - voglio ringraziare Dio e i soldati della Colombia". "Credo - ha aggiunto - che la liberazione degli ostaggi "sia un segnale di pace per la Colombia". La Betancourt ha anche espresso la sua gratitudine per l'appoggio datole dai media internazionali: "Devo molto ai mezzi di comunicazione, se non fosse per loro, forse adesso non sarei viva", ha detto alternando frasi in francese ad altre in spagnolo. La Betancourt ha voluto ricordare anche la sorte degli altri ostaggi in mano alle Farc ed a altri gruppi armati colombiani, vivi o morti.
Agli ostaggi in mano alle Farc, ha promesso che "vi porteremo tutti fuori", aggiungendo che "dobbiamo ricordare anche chi non è tornato, chi non potrà più tornare", ha aggiunto, includendo nel suo pensiero tanto i sequestrati in mano a gruppi guerriglieri, che li usano come moneta di scambio per accordi umanitari, come quelli "sequestrati per profitto" Ingrid ha avuto anche un pensiero particolare per la Francia, la sua seconda patria, nelle sue dichiarazioni dopo la liberazione: ha usato varie volte il francese, ringraziato il presidente Nicolas Sarkozy e ricordato come all'alba di oggi, quando era ancora prigioniera, dopo aver recitato il rosario ha ascoltato alla radio un messaggio del suo ex marito, Fabrice Delloye nel quale le raccontava della sua immagine eretta in cima al Monte Bianco
Uribe: operazione storica Il presidente colombiano Alvaro Uribe ha affermato che la liberazione senza ricorso alla violenza degli ostaggi è un fatto "comparabile alle grandi epopee della storia dell'umanità". Per Uribe l'operazione militare che ha consentito la liberazione è stata "di un'intelligenza comparabile con le maggiori epopee epiche della storia dell'umanità", ed è stata effettuata con successo "senza aver versato una goccia di sangue, senza aver sparato un solo colpo d'arma da fuoco".
Il presidente colombiano, parlando a Bogotà all'assemblea dei vescovi davanti ai quali ha anticipato parte del messaggio che leggerà questa notte alla nazione, ha anche precisato che il gruppo che teneva in ostaggio i prigionieri "era composto da 56 militanti delle Farc".
La Betancourt: "In Francia per ringraziare Sarkozy" L’ex candidata presidenziale colombiana ha annunciato che presto volerà a Parigi per ringraziare di persona il presidente francese Nicolas Sarkozy. "Intendo ringraziare il presidente Sarkozy e tutti i francesi che da sempre sono stati il nostro sostegno, la nostra luce, il nostro faro", ha detto la franco-colombiana, aggiungendo che vedrà anche Jacques Chirac, titolare dell’Eliseo all’epoca del suo sequestro nel febbraio 2002. Betancourt ha confermato che oggi incontrerà i suoi due figli che dalla Francia la raggiungeranno in Colombia, dopodichè volerà alla volta di Parigi, dove sarà ricevuta da Sarkozy. "Nei confronti dell’ex presidente Chirac voglio esprimere un ringraziamento particolare per aver offerto protezione ai miei famigliari, a cui, tra le altre cose, ha dato un posto sicuro dove ripararsi dalle critiche che hanno ricevuto", ha detto Ingrid, intervistata dall’emittente televisiva colombiana Rcn, che ha riservato un ultimo pensiero di gratitudine anche all’ex premier francese Dominique de Villepin. "È il momento di dire ai francesi che sono molto orgogliosa della mia origine francese. Ho nel cuore la mia parte di Francia", ha concluso la Betancourt.
L'abbraccio con i figli: mi sento in paradiso Dopo sei anni Ingrid
Betancourt ha riabbracciato i figli appena arrivati a Bogotà. All’atterraggio dell’Airbus della Repubblica francese, una mano schiacciata contro il
vetro dell’oblo salutava già Ingrid Betancourt, che ha salito rapidamente la scaletta dell’aereo prima ancora che si
aprisse la porta, seguita dalla madre.
L’abbraccio tra la madre e i due figli è stato lungo e commovente, le braccia di tutti e tre intrecciate attorno al
collo. L’ex ostaggio delle Farc ha poi stretto la sorella ed è entrata all’interno dell’aereo.
Quando l’aspirante candidata alle presidenziali colombiane venne rapita i due figli Melanie e Lorenzo avevano
rispettivamente 16 e 13 anni. Sull'aereo anche il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchener.
Visibilmente emozionata, è uscita poco dopo abbracciata ai suoi figli
che non vedeva da sette anni e ha confessatto alla stampa che l’incontro è stato "qualcosa di simile al Paradiso". "L’ultima volta che vidi Lorenzo era molto giovane: sono molto orgogliosa di loro: hanno lottato e si sono battuti
fortemente per la mia liberazione".
"Liberare tutti gli ostaggi" Entrambi i figli di Ingrid hanno espresso solidarietà agli altri ostaggi ancora prigionieri delle Farc: "Penso alle famiglie dei prigionieri che continuano a soffrire", ha detto Melanie, mentre Lorenzo ha dichiarato che "la nostra lotta proseguirà finchè tutti saranno liberi".
Appello a Chavez e Correa Ingrid Betancourt, in una conferenza stampa ai piedi dell’aereo, ha rivolto un appello ai presidenti del Venezuela, Hugo Chavez, e dell’Ecuador, Rafael Correa, perchè migliorino le relazioni con la Colombia, anche pensando a tutti gli ostaggi ancora prigionieri delle Farc (le Forze armate rivoluzionarie colombiane). "È da fare un appello al presidente Chavez e al presidente Correa - ha detto la Betancourt - perchè ci aiutino a ristabilire vincoli di amicizia, fraternità e fiducia con il presidente (colombiano, Alvaro) Uribe". Si tratta, ha aggiunto, di un passo essenziale per poter arrivare a "nuove liberazioni unilaterali di ostaggi".
La ex candidata presidenziale liberata ieri ha anche affermato che è necessario coinvolgere altri "attori regionali" per cercare la liberazione degli altri ostaggi delle Farc e ha citato la presidente argentina Cristina Fernandez Kirchner.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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