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A Bettega non va Grant, meglio questa Signora

Dopo la sconfitta di Genova il vice Blanc fraintende una battuta sull’attore e fa una figura antipatica in Tv. E intanto la società continua a navigare a vista

Bettega Roberto, ai tempi belli detto Bobby gol, è il vicepresidente dello Juventus Football Club. Dopo la sconfitta di domenica sera a Genova contro la Sampdoria non aveva, ovviamente, il morale euforico per la prestazione e il risultato dei calciatori bianconeri. Il suo ruolo, rivisto e corretto rispetto al periodo agnelliano umbertino, gli imporrebbe un certo equilibrio, se non fermezza, nel controllo dei pensieri e delle parole. Ogni tanto Bobby gol sbaglia la conclusione, il passaggio, il dribbling, tenta di ricorrere all’ironia ma non fa parte del suo repertorio naturale. Domenica sera, nel dopopartita di Sky sport, ha concesso una delle sue prestazioni migliori e ne è venuta fuori una scenetta comica. Alla domanda se fosse vero di un incontro con Mancini con l’offerta della panchina bianconera, il vice del triade Blanc, ha fatto notare che al Craven Cottage, lo stadio del Fulham, erano presenti anche Ancelotti, Capello, Vialli, Tardelli. Federico Ferri, inviato di Sky sport, ha provato a scherzare: «C’era anche Hugh Grant». E Bettega: «Ecco, benissimo ma non penso che alleni, lui. Non se piace a lei... Sinceramente non è nei miei gusti». Ferri, stupito, ha tentato di rassicurarlo: «No, per carità» e allora il dirigente juventino ha coinvolto i propri affetti: «Io ho moglie e tre figli». «Anche io», ha subito chiarito il giornalista che pure lui tiene famiglia, non prevedendo che l’intervistato ormai stava per svoltare: «E allora mi fa battute strane e di cattivo gusto…». La gag è proseguita a telecamere e microfoni spenti, Bettega deve aver confuso Grant, protagonista di un clamoroso caso con una prostituta, con qualche altro personaggio coinvolto in vicende omosessuali. Capita, si può sbagliare a riconoscere un attore così come si cade in errore nell’individuazione di un buon calciatore, come accade a Torino da qualche tempo. Qualsiasi riferimento a fatti e figure reali è puramente voluto. Comunque la Juventus è in buone mani: non sono quelle di Buffon, di Manninger, dello sfigatissimo Chimenti, ma appartengono ai dirigenti che hanno bonificato questa società, l’hanno resa finalmente simpatica, pulita, hanno costruito, con pazienza e grande competenza, un gruppo di calciatori, giovane, entusiasta, fresco, hanno cancellato il passato, prossimo e remoto, hanno investito a lunga scadenza in un allenatore che sa di poter contare sul futuro, prossimo e anteriore, si fanno amare dai tifosi, non cedono ad alcun ricatto degli stessi, sono pronti a inaugurare il nuovo stadio di proprietà, primo club italiano nell’impresa, stanno pensando a come valorizzare al meglio le risorse. Il campionato? La Champions league? L’Europa league? La Tim cup? Ma questo cosa c’entra con la Juventus? Anzi, come direbbe Bobby gol, non è nei suoi gusti.

Informate Grant, Hugh Grant.

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