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Beverly Hills, iraniano sindaco della città dei Vip

Un iraniano sindaco per Beverly Hills, cittadina californiana tra le più ricche degli Stati Uniti e celebre per avere tra i suoi residenti molte stelle del cinema e della televisione. Ma attenzione: non c’è alcun pericolo che Jimmy Delshad, 66 anni, possa rivelarsi una quinta colonna della Repubblica islamica, non foss’altro perché è un ebreo.
Delshad è nato a Shiraz, in Iran, nel 1940, e si è trasferito negli Stati Uniti per motivi di studio all’età di 19 anni. Si è poi dedicato agli affari e nel 1974 è diventato cittadino americano. Col passare del tempo ha maturato il gusto per la politica: nel 2003 ha conquistato un seggio nel consiglio comunale di Beverly Hills, riconfermato con lo strettissimo margine di duecento voti scarsi nelle elezioni municipali dello scorso 6 marzo e tra dieci giorni dovrebbe essere nominato sindaco. Non per meriti particolari, in verità, ma in qualità di membro più anziano. Quel giorno, Delshad entrerà così a far parte del ristretto club degli iraniani più potenti d’America, ovviamente accontentandosi di ciò che passa il convento.
Beverly Hills ha 35mila abitanti e una particolarità sicuramente sconosciuta ai più: circa un quarto dei suoi residenti sono di origine iraniana. Questa comunità è solo una piccola parte della più vasta concentrazione di iraniani all’estero del mondo, circa mezzo milione di persone che vivono nell’area metropolitana di Los Angeles e che con un tipico neologismo americano vengono definiti «Teherangeles». Gente organizzata e - come si dice oggi con un altro orrendo neologismo in Italia - coesa, che dispone di una decina di stazioni radio e Tv, oltre che di giornali e riviste. Gente che a volte tende un po’ a esagerare: a Beverly Hills le schede elettorali sono state stampate anche in farsi, la lingua persiana moderna, cosa che ha provocato reazioni seccate, espresse per telefono da parte di centinaia di cittadini che evidentemente considerano ancora importante il ruolo della lingua inglese come antidoto all’incombente torre di Babele di mediorientale tradizione.
Ma Jimmy Delshad, come abbiamo detto, è lontanissimo dallo stereotipo dell’iraniano “nemico dell’America”. È un uomo d’affari ebreo (in Iran è sempre esistita una consistente minoranza ebraica, che oggi è ridotta ai minimi termini per via della massiccia emigrazione all’estero) e ha progetti molto concreti e all’americana: connessione internet senza fili per tutta la città e una rete semaforica intelligente.

Più lontano di così dal Grande Fratello in stile islamico che piace tanto agli ayatollah del suo Paese d’origine non si potrebbe.

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