Bevilacqua: «Un’altra tegola su Parma»

da Parma

«La Parma felice di un tempo non esiste più, questa città femmina e colta, sensibile quindi, con il crac Parmalat ha ricevuto una tale botta in testa che è stata come un terremoto»: è l’analisi di un «tifoso» della città, lo scrittore Alberto Bevilacqua, che aggiunge: «Ora è più facile venga fuori quella sua anima inquieta e ribalda, ribelle, specie se infiltrazioni negative, immigrazioni e modifiche del tessuto sociale, ne accrescono le tensioni, che nel tifo estremo possono trovare una sorta di sfogo».
Bevilacqua ricorda i tempi di Nevio Scala, l’allenatore del Parma che per primo portò la squadra in serie A, «ma aveva alle spalle appunto una città anche economicamente forte, sana, pur avendo già in campo giocatori come Asprilla che non venivano certo dal Liverpool, piuttosto dal cartello di Medellin. E così un quadro limpido ha finito per offuscarsi. Ma tutta la città è cambiata: è la città dell’omicidio terribile del piccolo Tommy - conclude Bevilacqua - o dell’economista milanese ucciso con una sega elettrica».


Vietare le trasferte può essere utile per arginare la violenza negli stadi? «Contro l’istinto criminale di certa gente - sostiene il famoso scrittore - si può fare ben poco, ma adottare delle norme (e soprattutto farle rispettare) è sempre meglio di rimanere con le mani in mano».

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