Cronaca locale

BIAGIO ANTONACCI Debutto a San Siro: «Starò fra la gente»

In concerto il 30 giugno, prima di lui si esibiranno i giovani vincitori del concorso Sun’n Sound

Prima volta a San Siro per Biagio Antonacci. Primo cantante milanese alle prese con il gran debutto: un concertone di due ore e passa («i tempi li ha dati Springsteen... e noi italiani dobbiamo essere da meno?») nello stadio del cuore. E pensare che non ci sta andando nemmeno da tifoso in questo stadio. «Ho fatto un fioretto, lontano per un anno, mi sono disamorato del pallone per tutto quel che è successo». Eccolo qua, il Biagio «modello», scelto dall’amministrazione milanese «per dare il buon esempio ai giovani e sponsorizzare il concorso Sun’n Sound, festa di fine scuola». E chi meglio di lui? Nato a Rozzano 43 anni fa («quando la periferia era più degradata di oggi, giravamo con i Ciao truccati mica con le Smart che ci sono ora») e lui e quattro amici strimpellavamo e componevano («la prima batteria a undici anni, cantavo davanti a un muro con la scopa in mano imitando i Deep Purple e mi immaginavo sempre una ragazza che mi ascoltava»). «Oggi la vita in periferia è migliorata dal punto di vista qualitativo - spiega - ma se ci sono solitudine e noia non serve la qualità». Poi il volo. E che volo. «La realtà ha superato i sogni - ammette riconoscente - impossibile che un ragazzo di Rozzano senza artisti in famiglia arrivasse fino a qui». Qui, ovvero: un disco appena uscito, Vicky Love, che resiste da settimane fra i più venduti, il precedente Convivendo (un milione e duecentomila copie) che gli ha procurato la mitica statuetta dei World music Award conquistata come «Bestselling male italian artist». E ora, a pochi mesi dal debutto a San Siro, già 40mila biglietti staccati (i posti sono 60mila).
Lo stadio la prima volta: «A 17 anni a bordo del mitico tram numero 15 andai al concerto di Bob Marley, mi colpì il palco che era piccolissimo, una goccia in un mare di gente. Mai avrei potuto immaginare di arrivarci io su quel palco...». Invece ci arriva, da protagonista, con i supporter (confermati per ora Velvet, Zero Assoluto e Nomadi) e i tre gruppi giovani vincitori del concorso. Come sarà il concerto? «Niente palco tradizionale - assicura - lo spazio a San Siro è devastante. Mi sposterò sulle passerelle per arrivare vicino alla gente, ho bisogno di contatto, di sentire fiato e parole di chi c’è». Dunque fra una canzone e l’altra, (tutti i successi, i brani di Vicky Love dal vivo per la prima volta e una cover anni ’60 ancora top secret) Biagio si avvicinerà ai tre angoli dello stadio, tipo «concerto teatrale, per coinvolgere il pubblico come a teatro. Ho bisogno di comunicare con le emozioni e con i silenzi». Uno che canta «c’è un silenzio forte dopo un abbandono... è silenzioso il tempo che si somma in te» ha sicuramente un buon rapporto con il silenzio. E C’è silenzio è proprio la canzone «che ha dentro tutto Biagio, quando ho i miei momenti di malinconia e devo fare i conti con la depressione». Gli ospiti al concerto? «Non ho ancora deciso, mi piacerebbe qualcuno lontano dal mondo della musica, ci sono tante persone che mi sono care...». E i Nomadi? «Li ho scelti perché sono un gruppo storico che nonostante vari cambiamenti - diversi i cantanti e perfino la sede legale - sono rimasti autentici: fanno musica al di fuori del business, suonano nei loro fans club. Sono onorato della loro presenza qui perché portano luce al mio spettacolo». Sul rumore a San Siro, «bisogna infischiarsene, si fanno solo sei concerti l’anno, e gli applausi in genere surclassano la musica». Un consiglio ai giovani? «Suonate e cantate per vincere la noia. E non rinunciate ai vostri sogni». Già Biagio canta anche «Sognami».
Biagio Antonacci
30 giugno San Siro
apertura porte ore 14, inizio concerto ore 21
biglietti 25-50 euro
info 02-48.

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