Biasotti Così porterò i milanesi in Liguria

di Massimiliano Lussana

Raccontano che, a un recente vertice del Pdl dedicato alle candidature per le regionali che si terranno con ogni probabilità il 28 marzo del prossimo anno, i partecipanti si siano più o meno scannati sui vari nomi. Niente di straordinario, visto che accade regolarmente ogni volta che si vota. Anzi, una cosa fuori dall’ordinario ci sarebbe: quando è stato fatto il nome di Sandro Biasotti per la corsa alla presidenza della Regione Liguria, fra l’altro fortemente sostenuto da Claudio Scajola, non è volata una mosca. Nessuno ha espresso parere contrario, nessuno ha detto «aspettiamo» o «poi vediamo» ed il caso Liguria è stato chiuso in pochi secondi. Fra lo stupore dei presenti. Non perchè non avessero fiducia in Biasotti, ma perchè sono abituati a vedere regioni dove ogni volta che si parla di candidati, restano sul campo morti e feriti.
Quando ho raccontato tutto questo a Biasotti - che non era a conoscenza dell’episodio - lo stesso ex (e probabilmente futuro) presidente della Regione si è favorevolmente stupito. Si è accarezzato la barba, ha sorriso e ha portato a casa. Senza cullarsi sugli allori. Gli è immediatamente squillato il telefonino e, insieme a Michele Scandroglio, infaticabile coordinatore regionale del Pdl, ha fissato un’altra raffica di appuntamenti in giro per la Liguria.
Onorevole Biasotti, la sua agenda è davvero piena. Ma anche quella di Burlando non scherza. Non le fa paura un candidato così iper-attivo?
«Ho letto, ho letto quello che scrive lei, ammirato da Burlando-trottola. Ma, mi creda, io lo marco a vista e non sono certo da meno».


Fuori le prove!
«Guardi, solo per rimanere agli ultimi giorni sono stato a Fiumaretta alla festa del Pdl, al Palio remiero della Spezia, a Cogorno alla festa del Fantin, a Lavagna alla torta dei Fieschi e fra gli anziani dell’Istituto Brignole di corso Firenze a Genova...». (...)

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