Biasotti: «Non posso correre sempre io»

(...) Ringrazia per la «rinnovata fiducia» e per la stima, «quella dei dirigenti di partito e quella della gente che mi ferma per strada per chiedermi di candidarmi», apprezza non senza una punta critica «la ritrovata unità della Casa delle Libertà soprattutto nei confronti miei e del mio movimento, mi sembra di tornare al 2000: ci fosse stata prima questa collaborazione avrebbe portato a rivincere la Regione e forse anche le elezioni nazionali», e si mette a disposizione, certo, in ogni modo per abbracciare la proposta lanciata da Berlusconi a livello nazionale e da Claudio Scajola a livello locale di presentarsi agli elettori in maniera compatta: «Sono disponibile a fare la Lista Unica, sebbene il mio movimento abbia meno interesse dei partiti a farla, e anche a fare da capolista, se servirà, nonostante per me sarebbe un sacrificio e nonostante il rischio, che va valutato, che io metta in ombra il candidato sindaco». Epperò non chiedetegli di tentare la conquista di palazzo Tursi, perché lui è in piazza De Ferrari che vuol tornare, «per me è più importante restare in pista per le regionali».
Non che a Genova e alla provincia Biasotti non abbia pensato, il suo programma elettorale è dettagliato: vuole la riduzione dell’Ici, altro che possibilità di aumentare l’Irpef, torna a bomba sulle priorità, dal Terzo Valico all’inceneritore «che va fatto a Scarpino e deve servire a dimezzare la Tia», segnala che Ponte Parodi va destinato alle crociere e non alle attività commerciali, si impegna a costruire il Centro di permanenza temporanea per i clandestini, non dimentica di dire che «se società come Amga guadagnano in borsa, allora devono ridurre le bollette», fino all’«idea nuova», la funivia che, come a Lisbona, attraversi la città in orizzontale e in verticale. «L’obiettivo è dare un apporto positivo alla Cdl producendo un programma amministrativo condiviso e condivisibile da tutti gli alleati ma soprattutto da tutti i cittadini» spiega l’ex governatore. Per questo il movimento degli arancioni si è dato una forma un po’ più partitica, alla ricerca di un maggiore radicamento sul territorio e di un confronto con i cittadini quasi porta a porta, per coprire le esigenze della città «dal pianerottolo alle alte sfere». Così, tra i partecipanti al coordinamento è emersa una prima suddivisione delle zone, con l’individuazione dei responsabili delle attività e delle azioni territoriali. Referenti per il Centro Est sono Lilli Lauro e Aldo Siri l’ex presidente della Circoscrizione, per il Centro Ovest Gianluca Fois, per il Ponente ancora Fois con Roberto Bonavita, per la Val Bisagno Rosario Bonanno, l’artiogiano del caffé che già corse con gli arancioni alle regionali, per il Medio Levante Franco De Benedictis e Carlo Bongini, per il Levante Carla Drepama. A livello provinciale il coordinamento comprende Gianni Macchiavello e Franco Rocca (Riviera di Levante), Enrico Cimaschi (Ponente) e Giovanni Summa (Valle Scrivia).
E poi c’è lui, Gianni Barci, che dopo tre mandati da consigliere regionale e un anno sabbatico, ha deciso di «mettere la mia esperienza a favore di Sandro, che è un amico, e di questo movimento», del resto, annota Biasotti: «Gianni è stato uno dei più leali e più presenti alla mia giunta». Lo dice chiaro, Barci, che Biasotti deve scegliere a quale gara partecipare: «Uno che fa maratone non può correrne cinque all’anno, deve decidere se fare quella di New York o se fare le Olimpiadi. Noi abbiamo optato per le Olimpiadi, cioè le regionali». Milita nell’Udc, Barci, «ma non ce l’ho con l’Udc». Anche perché, avverte Biasotti: «Noi favoriamo la doppia iscrizione, chi fa parte del mio movimento è auspicabile faccia parte anche di un altro partito, visto che l’obiettivo è l’unità». Un punto di vista che magari non tutti i partiti condividono, ecco, epperò segnala Biasotti che «con l’Udc c’è una fortissima sintonia, non ho portato via niente a nessuno». Barci si occuperà di rappresentare gli arancioni ai tavoli di trattativa con i partiti della Cdl in vista delle amministrative.

Obiettivo: contrapporre un centrodestra unito a un centrosinistra spaccato. E un po’ di entusiasmo signori, è l’invito di Biasotti, perché «non siamo in ritardo sui tempi, le elezioni sono a maggio», e perché «se rimaniamo tutti insieme possiamo anche vincere».

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