Biasotti vuol fare strada in taxi

Biasotti vuol fare strada in taxi

I numeri, prima di tutto. Ottocentosessantanove sono i tassisti in Genova, settecentotrenta quelli iscritti alla cooperativa. Più del sessanta per cento quelli che sono andati a votare alle «primarie» della categoria, e di questi 8 su dieci hanno scelto l’alleanza col centrodestra. Ipotizzando un voto non bulgaro all’interno della categoria, non è fantasia pensare che 400 colleghi potrebbero dare il voto a Valerio Giacopinelli in Provincia e a Walter Centanaro in Regione. Contando o una moglie e un parente che possono essere convinti da ogni tassita, i due candidati a quattroruote potrebbero ritrovarsi con un migliaio di consensi abbondanti per conquistare un posto da consigliere. Un posto che andrebbe in quota a Sandro Biasotti e alla sua lista «arancione» (già forte dell’appoggio degli autotrasportatori), che con i tassisti ha scoperto un feeling reciproco.
«Avevamo deciso da tempo di scendere in campo direttamente, specie dopo il decreto Bersani, smettendo di delegare e cercare rappresentanti nelle varie forze politiche - taglia corto Centanaro, presidente della cooperativa, che parla in strada, dal parcheggio dei taxi in piazza Fontane Marose, mentre sventolano le bandiere arancioni sulle auto pubbliche a poca distanza da quel palazzo Tursi che vuole conquistare -. Abbiamo chiesto ai colleghi di esprimersi sull’alleanza da fare e c’è stato un voto plebiscitario per il centrodestra. La Lista Biasotti è stato l’esito naturale, perché oltre alla stima per la persona, non rappresenta un partito fortemente caratterizzato ed è più facile, anche per chi non è di centrodestra, votarlo e sostenerlo». Biasotti gongola, anche perché l’altro candidato, il nome forte per la Provincia, gli rende merito per l’opera politica passata. «La sua giunta in Regione ci aveva dato un sostegno concreto - fa l’esempio Giacopinelli, anche lui leader sindacale -. Chidevamo interventi per la sicurezza e ha stanziato milioni per comprare strumenti tecnologici da montare sui taxi. Subito dopo è cambiata la maggioranza, e quei soldi già stanziati li dobbiamo ancora vedere».
Il perché lo spiega lo stesso Biasotti. «Intanto ringrazio di tanta stima, apprezzo questo riconoscimento, soprattutto perché considero i tassisti il primo biglietto da visita della città - sorride il leader del movimento arancione -. Quanto ai tre milioni che avevo stanziato per le telecamere nelle strade, i sistemi gps sui taxi e i corsi di formazione di polizia locale, la sinistra, appena è arrivata, li ha usati a botte di 30-40mila euro per volta in convegni, studi, discorsi che certo non portano sicurezza». Applausi. Un «mandiamoli a casa» che esce dal gruppo. E poi un’altra testimonianza dello scontento dei tassisti: «Ogni anno dalla Regione avevamo verso novembre i soldi per il contributo a chi rinnova l’auto, quest’anno, ad oggi, non abbiamo neppure una data certa di quando ce li daranno». Il voto della categoria sembra compatto.

Anche se Centanaro non si limita e precisa: «La nostra candidatura non vuole essere corporativa - chiosa -. Ci sentiamo di rappresentare le esigenze di tutta una categoria più ampia, che è quella degli artigiani e di chi vive la città come noi, negli stessi orari, negli stessi turni, con gli stessi problemi».

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