da Milano
Le diecimila firme sono state consegnate, ora si aspetta la risposta del ministro dellIstruzione Giuseppe Fioroni. Che tentenna. Ma lassociazione laica di cultura biblica non demorde. È forte di 80 primi firmatari eccellenti ed è convinta della bontà delliniziativa: quella di introdurre lo studio della Bibbia nelle scuole italiane. Lidea è dirompente: usare un testo sacro per analizzare e comprendere la tradizione del mondo antico, per conoscere e anche per criticare certi miti. Come avviene per altri testi antichi, Odissea, Eneide, Divina Commedia. Una proposta che ha attirato le simpatie del mondo laico, le diffidenze di quello cattolico. Come conferma la presidentessa di «Biblia». «In una gran parte della Cei cè perplessità ammette Agnese Cini - Monsignor Giuseppe Betori teme linterpretazione laica di un testo religioso». I timori della Cei però sembrano infondati. «Lui crede che questa proposta possa minare lora di religione cattolica continua la biblista invece questo studio non esclude la religione perché è un momento culturale sul testo biblico che interessa tutti, credenti e non. La Bibbia è stata scritta da laici per i laici, è la storia di un popolo alla ricerca di unetica, di un senso della vita».
La presidentessa di Biblia è agguerritissima. Forte di adesioni alla sua iniziativa di teologi, musicisti, insegnanti universitari, politici. Tullio De Mauro, Umberto Eco, Maria Pia Garavaglia, hanno sottoscritto liniziativa, accanto al giurista Gustavo Zagrebelsky, a Massimo Cacciari, Gad Lerner, Gianni Vattimo. Lelenco è zeppo di personalità anche del mondo ebraico e cattolico. Monsignor Luigi Sartori e Gianfranco Ravasi si trovano daccordo con Agnese Cini e anche una scienziata come Margherita Hack ha aderito con entusiasmo alliniziativa. «Il testo va letto come si legge lOdissea, per capire la mentalità dellepoca. Conoscere aiuta anche a essere critici verso il creazionismo che rifiuta la scienza del darwinismo spiega lastronomo -, riconoscere il pensiero degli antichi aiuta a essere critici e a sapere rifiutare certe idee peregrine. Cè chi prende alla lettera il fatto che il mondo sia stato creato da Dio in sette giorni, una cosa che non ha senso. La Bibbia, insomma, va letta per un arricchimento culturale come unopera letteraria, come testo di studio simile allOdissea o allIliade».
Dello stesso avviso i commenti, positivi, di alcuni esponenti di sinistra. «Una bellissima proposta, va sostenuta, non deve essere vista in una logica, riduttiva, di contrapposizione fra cultura laica e confessionalismo cattolico» commenta il parlamentare dei Ds Giuseppe Lumia. «La Bibbia - osserva Lumia - è un documento fondamentale e fondante della cultura e della civiltà occidentale e rappresenta un grande ponte verso le civiltà e le religioni semitiche». Possibilista anche la deputata Alba Sasso (Sd): «La Bibbia, infatti, dal punto di vista storico e letterario - spiega - è uno degli scritti che maggiormente hanno contribuito alla formazione della nostra identità culturale. Se non considerata come un insieme intoccabile di dogmi, ma come un patrimonio letterario su cui esercitare uno studio critico e unanalisi storica, la Bibbia insegnata a scuola, anziché unipoteca confessionale, potrebbe rappresentare un utile passo avanti nella strada del dialogo e del confronto interculturale e interreligioso».
Il dibattito è aperto. Ora spetta a Fioroni dare il via libera e coordinare liniziativa concretamente. «Il ministro ha già predisposto un protocollo dintesa per cercare i mezzi tecnici e pratici per portare avanti lidea spiega Agnese Cini -.
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