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Bici, effetti normali in un mondo di effetti speciali

Paolo Tagliacarne

Steve Jobs, l'inventore del Macintosh, concludendo la sua prima presentazione ufficiale, ha detto: «questa è una bicicletta per la mente». Succedeva circa 20 anni fa. Oggi al Macintosh sono riconosciute doti come la riduzione delle procedure rispetto ai precedenti sistemi operativi, una grande capacità di gratificare la creatività, una visione del futuro promuovendo l'innovazione con il coraggio dell'ignoto. Dici niente, e la bicicletta ? La bicicletta... forse nemmeno si è accorta di tale paragone ed è andata avanti per la sua strada. La bicicletta è così, discreta, pratica, silenziosa, agile, logica (non solo eco-logica); spensierata, ma responsabile; leggera, ma robusta, bella e utile per il corpo, per l'anima e per la mente. In un mondo inquinato da troppi effetti speciali, la bicicletta riesce ancora a stupire e a farsi strada, con gli effetti normali.
Da un esperto di politica ho sentito dire che, a volte, più che i fatti, contano i loro significati. Discutibile, ma fa pensare. La bicicletta e tutto il mondo che la circonda è "concretezza pura", quindi solo fatti. È un fatto che Bettini, grazie ad un gesto atletico vincente e ad un sapiente lavoro di squadra, abbia portato all'Italia il titolo di Campione del Mondo, anche nel ciclismo.
Quindi, bicicletta italiana svegliati, non fermarti al traguardo del puro gesto atletico e a quel 4 o 5% del segmento di mercato della competizione. Oltre il 50% di chi usa la bicicletta la concepisce come svago, fitness, vita all'aria aperta, scoperta del territorio, vacanza attiva. Hai saputo creare un'immagine forte e vincente nella competizione, fai altrettanto nel segmento ricreativo-turistico. In Europa nuove forme di vacanza attiva, tra cui il turismo in bicicletta, si sono già affermate. In Germania (fonte ADFC Allgemainer Deuscher Farhrrad Club, dati relativi al 2004) ogni ciclista spende in media 62 euro al giorno, passando le sue vacanze in bicicletta lungo la ciclabile del fiume Elba; i ciclisti che hanno visitato la regione del fiume Saale, a nord della Repubblica Ceca, sono 280.000 con un giro d'affari di 12 milioni di euro.
La Germania è oggi il primo mercato in Europa per il cicloturismo; al 5° Travel Talk di Friedrichshaffen del 2 settembre scorso ho sentito dire che l'Italia è il sogno cicloturistico di moltissimi tedeschi, che però scelgono altre mete a causa della totale mancanza italiana di offerta specifica e strutturata. In Italia, il Ministero del Turismo ha intenzione di sviluppare questo mercato, per farlo si è rivolto a Confindustria e Ancma, associazione di categoria del settore ciclo e motociclo, e al Touring Club Italiano, nato, vale la pena di ricordarlo ancora una volta, nel 1894 come Touring Club Ciclistico Italiano con i fantastici reportage ciclo-turistici di Luigi Vittorio Bertarelli.

I soggetti sono sicuramente qualificati, non solo per uno studio di fattibilità, ma anche per l'esecuzione di un piano di successo, di cui vanno verificate le risorse disponibili e la effettiva volontà politica. Per il pieno successo è però indispensabile la partecipazione del territorio a livello capillare e una visione innovativa. C'è bisogno, per dirla parafrasando Steve Jobs, "di una nuova mente per la bicicletta".

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