La Bicocca fa cassa: 500mila euro in più nel 2009-2010

Doppio reddito dei genitori, casa di proprietà e un figlio a carico. È la fotografia di una situazione economica molto frequente fra le famiglie che mantengono un figlio all’università. Può sembrare una condizione di benessere ma, a conti fatti, in Lombardia, dove il costo della vita è sicuramente elevato, corrisponde a un tenore di vita medio. Partendo da queste considerazioni l’Università di Milano-Bicocca ha messo mano a una riforma fiscale delle fasce di reddito attraverso le quali è organizzata la contribuzione degli studenti universitari. Alla base della rivoluzione un principio: far pagare di più a chi se lo può permettere e allargare la forbice di chi può rientrare nella fascia contributiva media.
Occhio dunque ai nuovi scaglioni e aliquote visto che l’apertura delle immatricolazioni è alle porte. Dal 15 luglio dunque gli studenti con un indicatore Iseeu pari a 14mila euro annui continueranno a pagare unicamente la prima rata (635 euro). Le novità riguardano gli studenti che erano compresi nella seconda fascia e che pagavano un’aliquota del 2,8 per cento. Se fino all’anno scorso le famiglie che rientravano erano quelle che non superavano i 30mila euro, da quest'anno fanno parte del secondo scaglione anche quelle che non oltrepassano i 35mila euro all’anno. Per loro si tratterà di un bel risparmio (a seconda del corso di laurea si andrà da 200 a 400 euro in meno di tasse). Note dolenti invece per chi rientra in quella fascia considerata alta che va dai 35 ai 79mila euro. Per loro le tasse aumenteranno. L’aliquota infatti passerà dal 3,6 al 4 per cento. Stesso discorso per chi ha un indicatore Iseeu superiore a 79mila euro dove i tetti di spesa sono stati aumentati da 300 a 400 euro l’anno a seconda del corso di laurea scelto. La rivoluzione fiscale, votata a favore anche dagli studenti, avrà il merito di portare nelle casse dell’università un bel gruzzolo di 500mila euro. Soldi che verranno spesi a favore degli studenti: aumento delle borse di studio finanziate dall’Ateneo, che passano da 300 a 420 all’anno, incentivi per l’iscrizione ai corsi di laurea scientifici (le cosiddette lauree dure o panda) e un contributo alloggio per i dottorandi che risiedono fuori regione. Sono allo studio anche agevolazioni sull’acquisto di abbonamenti per il trasporto con i mezzi pubblici a favore dei dottorandi di ricerca.


«In un periodo con problemi gravi di finanza pubblica e ridimensionamento dei fondi statali per gli atenei pubblici - dice il professor Ugo Arrigo che ha studiato la riforma - l’Università di Milano-Bicocca aumenta il contributo che gli studenti con redditi più alti forniscono ai costi di funzionamento dell’Ateneo e, allo stesso tempo, permette di reinvestire più risorse nel sostegno degli studenti più meritevoli e che hanno più bisogno».

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