«Un biglietto di dieci cent per il Ticino»

«Se è vero che nessuno potrà impedire al Comune di Milano di istituire il ticket d’ingresso, è altrettanto vero che nessuno potrà impedire agli altri di fare altrettanto. Il nostro parco è attraversato da tre grandi autostrade. Basterebbe far pagare dieci centesimi in più a chi transita dai caselli posti all’interno dell’area protetta». Non è una boutade ma certamente una provocazione lanciata al «Corriere della Sera» dal presidente del Parco del Ticino, Milena Bertani, la cui preoccupazione principale adesso è far quadrare i conti dell’«area protetta fluviale» più estesa d’Italia.
Le auto che passano da Parco per raggiungere l’aeroporto di Malpensa ogni anno ammontano a circa quindici milioni. E poi c’è la Milano-Genova, dove nella sola provincia di Pavia (tra i caselli di Bereguardo, Gropello Cairoli e Casei Gerola) ci sono almeno tre milioni e mezzo di automobili in uscita. «Da trentadue anni il Parco del Ticino è impegnato nella difesa dell’ambiente - prosegue la Bertani - e non ha mai chiesto un euro ai residenti.

Questo immenso patrimonio, distribuito su una superficie di 90 mila ettari, è stato tutelato grazie ai contributi versati dai Comuni e dalle Province che fanno parte del Consorzio. Chi paga le conseguenze più pesanti dell’inquinamento da traffico è proprio il nostro Parco, accerchiato da tre grandi via di comunicazione. Far pagare una tassa ambientale sarebbe la soluzione più logica».

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