Ma il biglietto in più per il Sudafrica resta uno: Cossu

«Sono preoccupato». Enrico Castellacci, medico della Nazionale e amico fidato di Marcello Lippi, non è il tipo da giocare a nascondino con i cronisti. Quella confessione, netta e sincera, espressa subito dopo i primi accertamenti clinici effettuati sul polpaccio sinistro di Andrea Pirlo, è la conferma più autorevole dell’allarme scattato in Nazionale. Diagnosi infausta: lesione di secondo grado al gemello del polpaccio sinistro. Seguita da una prognosi poco incoraggiante: «Ci vorranno tra i 15 e i 20 giorni e dipenderà molto da come l’interessato smaltirà l’infortunio».
Ecco, allora la complicazione: l’Italia di Lippi non ha perso solo Pirlo, l’unico costruttore di gioco nel deserto azzurro, non ci sono doppioni in circolazione ma ha aggiunto un altro «caduto» alla lista malinconica, occupata in precedenza prima da Chiellini, quindi da Camoranesi e ora dal milanista tornato a casa dove rimarrà per le cure del caso fino a martedì prossimo, sera dedicata alla partenza per il Sudafrica. «Pirlo partirà egualmente» la garanzia proveniente dagli uffici della Federcalcio. Conoscendo le abitudini di Lippi, nessuna meraviglia. È accaduto con Zambrotta quattro anni fa (Bonera venne tenuto di scorta durante le due amichevoli in Svizzera) e poi con Gattuso che minacciò «di attaccarsi alla coda dell’aereo» pur di non perdere quel mondiale da protagonista che l’avrebbe portato in cima al mondo. Aveva visto giusto.
Ma sul recupero di Pirlo, questa volta, non si possono fare atti di fede. Venti giorni sono un periodo di tempo impegnativo per rinunciare a una pedina fisicamente abile: significherebbe fargli saltare le prime due/tre partite, il girone di qualificazione, mezzo mondiale insomma. C’è bisogno di altre garanzie, prima di imbarcarlo sul charter per il Sudafrica senza il paracadute di una riserva. I motivi sono più di uno. Proviamo ad elencarli: 1) è vero, Palombo è l’azzurro destinato a farne le veci in campo, con caratteristiche diverse addestrando alla bisogna Montolivo; 2) nel caso di sostituzione dolorosa, si può attendere l’ultimo giorno utile, cioè il 13 giugno per gli azzurri, 24 ore prima di affrontare il Paraguay a Città del Capo; 3) Chiellini, Camoranesi, adesso Pirlo, per sorvolare su Di Natale sono segnali evidenti dell’usura provocata dalla stagione; 4) l’idea di Lippi è di partire con Cossu aggregato, quale 24° azzurro, senza richiamare nessun altro centrocampista da scegliere, eventualmente, nel listone dei 30 giocando il ruolo di jolly, utile sia per rimpiazzare Camoranesi che Pirlo.


Come si capisce al volo è una soluzione conservatrice che tenta di non alterare gli equilibri interni al gruppo e di coltivare il senso d’appartenenza, valore fondamentale nella costruzione della missione da parte del viareggino. Tornando a casa, Pirlo ha parlato due volte con Galliani. «Salterà le prime due, recupererà per la terza» la fiducia dell’ad milanista che l’ha sentito molto abbacchiato. Figurarsi Lippi.

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