Bilanci in rosso

Si accendono le polemiche sul futuro del San Raffaele, schiacciato da quasi un miliardo di debiti. Qualcuno sostiene l’idea della cordata di imprenditori per sanare i bilanci e sostenere Don Luigi Verzé, qualcun altro chiede che l’istituto diventi pubblico. Allo studio anche l’ipotesi del commissariamento e dell’intervento delle banche. Intanto il consiglio di amministrazione della fondazione ha valutato positivamente il piano di ristrutturazione che, con tutta probabilità, verrà votato giovedì prossimo.
L’ex vicesindaco Riccardo De Corato è per la cordata salva-San Raffaele (tra i possibili nomi dei finanziatori ci sono quelli di Ennio Doris, Giammarco e Massimo Moratti, Giuseppe Rotelli, Emilio Riva). «Ben venga - spiega De Corato -, non è un problema da chi è composta la cordata, laddove vi siano interessi legittimi. Sono migliaia le persone che vengono qui a curarsi, credo valga la pena sacrificare qualcosa».
Di parere opposto è Ignazio Marino (Pd), che cerca di opporsi all’ingresso dei privati. «Mi preoccupa - spiega il senatore - la politica subliminale del governo, che nel settore della sanità finanzia poco il servizio sanitario nazionale e non finanzia per niente l’ammodernamento tecnologico delle strutture pubbliche. Un Irccs non può essere gestito da una cordata di imprenditori privati, ma è necessario conservare l’indipendenza dell’istituto scientifico universitario». D’accordo nel salvare l’istituto do Don Verzè «ma senza passaggi traumatici» Manfredi Palmeri (Terzo polo). Accantona l’intervento dei «cavalieri bianchi» e suggerisce una «terza via» il direttore dell’istituto Mario Negri, Silvio Garattini. Che propone al presidente lombardo Roberto Formigoni di «rendere pubblica solo la parte ospedaliera» dell’Irccs di via Olgettina. Un po’ come è già accaduto con il maxi polo di ricerca oncologica di Nerviano. «Certo - spiega Garattini - con il San Raffaele l’impegno economico sarebbe molto diverso se è vero che i debiti di cui bisognerebbe farsi carico sono quelli di cui si legge. Ma considerando solo le attività ospedaliere forse ci si potrebbe pensare».
Sul tavolo del presidente lombardo è arrivata anche un’altra richiesta: le Rsu dei ricercatori, degli infermieri e dei medici del San Raffaele hanno scritto una lettera a Formigoni per avere il suo aiuto. Un aiuto che per lo meno serva a mettere chiarezza nel marasma di voci e ipotesi che si rincorrono.

«I lavoratori sono preoccupati - spiega Margherita Napoletano, ingegnere clinico della Rsu - La prospettiva che le banche prendano il controllo è l’ipotesi che ci preoccupa di più perché avremmo qualcuno che pensa al mero aspetto finanziario». I lavoratori sono perplessi anche sull’idea del commissariamento perché «allungherebbe i tempi e potrebbe rivelarsi negativo».

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