«Non nascondiamo e non ci nascondiamo le difficoltà e le criticità. Nelleconomia reale troviamo oggi una crescita poco al di sopra dello zero. Abbiamo la consapevolezza di un rischio di bilancio che cè e/o che verrà, non solo dal lato della spesa pubblica, se non sottoposta a una rigida disciplina, ma anche dal lato delle entrate fiscali». Lo scrivono il premier Silvio Berlusconi e il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, nella prefazione del Dpef 2009-2013.
Al di là del quadro economico, comunque, il Documento di programmazione economica e finanziaria indica anche le «grandi cifre» e gli obiettivi della finanza pubblica. A fronte di un deficit di questanno al 2,4%, quello del 2009 scenderà all1,8%, per diventare pari allo 0,9% nel 2010 e raggiungere il pareggio di bilancio nel 2011.
I dati sono perfettamente in linea con il Patto di stabilità europeo, che prevede una riduzione del deficit strutturale annuo dello 0,5% per tutti i Paesi Ue; ma che richiede sforzi aggiuntivi a quelli - come lItalia - che hanno un debito fuori linea. Non a caso, il Dpef indica anche il profilo di riduzione del rapporto debito-Pil. Sarà del 102,6% nel 2009, del 100,3% nel 2010, del 97% nel 2011; e scenderà sotto il 90% nel 2013.
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