Va bene fare ostruzionismo, ma così è troppo. Suona più o meno così il j’accuse del sindaco Letizia Moratti e del Pdl contro l’opposizione. Il muro contro muro ha portato infatti a uno slittamento di non poco conto: la discussione del bilancio slitta alla metà di febbraio e, con la campagna elettorale alle porte, si rischia che i finanziamenti per i progetti arrivino a primavera inoltrata, forse perfino dopo il voto. «L’opposizione - va di affondo l’assessore al Bilancio Giacomo Beretta - ha utilizzato la discussione sul bilancio solo per ritardare il dibattito del Pgt in aula e la sospensione del provvedimento è stato quindi un atto dovuto per non perdere inutilmente tempo». La maggioranza infatti, in mancanza di un accordo con Pd e compagni, nella notte di mercoledì ha dovuto votare la sospensione della manovra di previsione 2001 ed ora la contabilità del Comune risulta in esercizio provvisorio, cioè stretta in vincoli rigidissimi sulle spese. Una decisione amara ma necessaria per poter riprendere l’analisi del piano di governo del territorio.
Il nodo su cui non è stato trovato l’accordo per il via libera al bilancio riguarda i fondi anti crisi: il Pd chiede 30 milioni e, racconta Beretta, suggerisce di «stressare i dividendi delle partecipate pur di trovare i soldi, mentre prima mi accusava di svuotarne le casse e metterle in crisi».
Di tutta risposta il Comune mette sul tavolo 8 milioni di euro, di più non può. Ecco allora che scatta il rifiuto dell’opposizione, che fa saltare il numero legale in aula. «È evidente quindi - puntualizza l’assessore al Bilancio - che non c’è la volontà di trovare l’accordo e che si vuole utilizzare il bilancio come grimaldello per ritardare i lavori del Pgt in aula».
La mossa del Pd lascia di stucco la Moratti: «Per colpa dell’opposizione siamo costretti a posticipare le misure anticrisi e la città non avrà a disposizione 8 milioni di euro. Non si riesce a capire con che logica l’opposizione avanzi le richieste, senza poi proporre modalità con le quali si possano gestire».
In attesa che riprenda la discussione, sono congelati 400 milioni, già assegnati a una serie di progetti. «Operare in esercizio provvisorio - spiega Beretta - significa anche questo». Tra i settori intaccati: fondo affitti, iniziative culturali e legate alla sicurezza. Tutto fermo.
Nonostante questi intoppi, il Comune sceglie di non accanirsi sulle tasche dei cittadini né dei turisti: non ci sarà nessuna tassa di soggiorno, garantisce il sindaco. Le fa eco Beretta che, prima di nuove imposte, vuole capire quante risorse arriveranno con il federalismo municipale. La tassa di soggiorno, quindi, sarà solo l’«extrema ratio». Una concreta applicazione del federalismo municipale, porterebbe cifre considerevoli: 169 milioni in più all’anno con l’Imu (imposta univa municipale) e 70-80 milioni di trasferimenti aggiuntivi, attraverso la ridistribuzione della compartecipazione Irpef.
In ballo poi c’è anche la partita dei «city users», cioè delle persone che lavorano ma non vivono in città e che sul bilancio incidono per il 12 per cento. «Bisogna avere una revisione della compartecipazione Irpef - spiega Beretta - è giusto che una piccola parte della quota che lo Stato dà al comune di residenza venga riservata al comune dove il cittadino lavora».
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