«Poco serio» è la definizione più gentile con cui lassessore al Bilancio della Regione Pippo Rossetti apostrofa Silvio Berlusconi e il suo governo perché hanno tagliato i fondi e costringeranno la Liguria a «non arrivare a fine anno». Il problema sarà capire cosa dirà del governo Monti appena scoprirà che per gli enti locali e per lItalia in generale farà magari tagli ancora più duri. Siccome nessuno mette in dubbio lonestà intellettuale dellassessore, a giorni ci dovremo aspettare dichiarazioni da querela nei confronti del nuovo premier e di quei partiti che lo voteranno. Ma il 2012, per lappunto, sarà lanno della tregenda. I soldi ci saranno fino a marzo, poi mancheranno i fondi per far viaggiare i treni e gli autobus, finanziare lo stato sociale, gli interventi dei Comuni. La Regione non avrà più neppure il suo tesoretto accantonato negli anni da cui pescare. Sempre che invece Monti non si dimostri una persona più seria di Berlusconi e risolva questi problemi dando più soldi alle Regioni.
Certo, come fa osservare il presidente Claudio Burlando, nel momento in cui si tagliano le spese agli enti locali, lo Stato approva anche la «legge mancia», che in pratica dà ai parlamentari (tutti, destra e sinistra) lopportunità di spendere soldi a pioggia nei rispettivi collegi elettorali. Una vergogna, perché, sono parole di Burlando «finché ce nè, è un conto. Ma quando bisogna chiedere sacrifici...» Tutto sacrosanto se oggi, proprio oggi martedì, la Regione che dice di non avere soldi per il fondo sociale, non decidesse di aumentare spese per milioni di euro a favore di «affermazione dei valori della Resistenza, delle vittime delle foibe, delle missioni degli assessori, dei contributi ad associazioni varie, dei rapporti con gli enti locali, di spese di funzionamento...». E se magari anche i consiglieri regionali (cioè i deputati regionali) tagliassero quelle «spese di rappresentanza» riconosciute ai componenti dellufficio di presidenza che non necessitano di giustificazione. Sono decine di migliaia di euro lanno. In rapporto, come la «legge mancia» per i deputati, se non di più. E non sono neppure opere pubbliche.
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