da Milano
«Senza ombra di dubbio questo merger è un’operazione anti-Google, ma è anche molto importante a livello di visione e strategia, e destinata a cambiare per sempre il mondo dei media e della pubblicità». Lo spiega Riccardo Ruggiero, l’ex amministratore delegato di Telecom Italia e prima di Infostrada oggi in pausa di riflessione, che da anni segue da un osservatorio privilegiato il mondo di Internet e della cosiddetta web economy. «Non si tratta solo delle cifre in gioco nell’acquisizione - spiega Ruggiero in questa intervista al Giornale - che sono certamente enormi, circa 30 miliardi di euro, ma delle potenzialità del business. L’unione tra Yahoo e Msn, motore di ricerca e canale web di Microsoft, è molto significativa. Entrambi i portali infatti sono dei grandi aggregatori di contenuti e quindi hanno la possibilità di diventare, uniti, una super content factory che prende contenuti da più parti e li rende fruibili agli utenti su una molteplicità di piattaforme».
Ma dove sta il business?
«Nella pubblicità. Msn e Yahoo riusciranno a mettere insieme una straordinaria macchina da soldi pubblicitaria. E costringeranno i vecchi media a ripensare al loro modello di business».
Ma i contenuti dove li prendono, dato che entrambi non sono produttori?
«Sia Msn, sia Yahoo sono anni che fanno accordi per avere contenuti di vario genere: dalle news, ai film, alla musica. Sono dei grandi aggregatori. Entrambi però stanno soffrendo per la concorrenza di Google che ha una quota di mercato oltre il 60% nei motori di ricerca. Inoltre Google ha stretto un accordo con You Tube, un portale visitato da milioni di utenti proprio grazie ai contenuti prodotti dagli stessi. Yahoo, che aveva puntato molto sui contenuti video, è rimasta un po’ indietro proprio a causa del grande successo di You Tube».
Quindi questo accordo permette di creare un solo grande portale?
«Se l’operazione andrà in porto, Antitrust permettendo, consentirà a Microsoft e Yahoo di raggiungere una massa critica di utenti molto importante in grado di rivaleggiare con Google per attrarre investimenti pubblicitari. Il senso industriale dell’operazione è quello di raggiungere milioni di utenti per offrire qualunque tipo di contenuto, gratuito o a pagamento, ma quello che conterà saranno comunque gli introiti pubblicitari che una simile struttura sarà in grado di ottenere».
Per le società di telecomunicazioni si aprono nuove possibilità?
«Non c’è dubbio: diventeranno sempre più «distributori» di contenuti su diverse piattaforme. Dalla tv via Internet, ai cellulari. Ecco perché tutti i player del settore hanno da tempo siglato accordi con tutti i maggiori portali, da Google a Yahoo a Msn a You Tube, per la distribuzione dei contenuti».
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