Billy Corgan solista all’Alcatraz

L’ex leader degli Smashing Pumpkins presenta ai fan il nuovo cd in anteprima

Luca Testoni

Al top della carriera, a chi gli domandava se si sentisse o meno una rockstar, Billy Corgan, oggi 38enne, replicava supponente, da primo della classe risentito: «Non mi considero, lo sono». E forse non aveva tutti i torti. Se il rock a stelle e strisce ha avuto un colpo di coda vigoroso negli anni Novanta, grazie al fenomeno grunge, parte del merito, oltre che a Nirvana e Pearl Jam, va ascritto proprio ai suoi Smashing Pumpkins.
La parabola creativa della band di Chicago è durata una decina d’anni. Raggiunti picchi al limite della perfezione, grazie a Siamese Dream e Mellon Collie and the Infinitive Sadness (un doppio cd, tra i dischi capolavoro del decennio scorso) e a un rock chitarristico al tempo stesso magniloquente e indolente, sognante e malinconico, gli Smashing Pumpkins si sono tuttavia accomiatati in malo modo. Con un disco sottotono e al termine di una triste sequela di storie di droga.
Attraversato l’inevitabile periodo sabbatico (nel 2001 lo si è visto come chitarrista aggiunto nei New Order), Corgan, l’autore - è stato scritto di recente - che «ha saputo rappresentare in modo scintillante la nausea della generazione post-adolescenziale di fine millennio» e che delle «zucche fatte a pezzi» era il cuore, l’anima e il despota, ha ritrovato il piacere di tornare a suonare alla testa di una nuova formazione: gli Zwan.
Un modo per sfogare la passione «per i grandi album mono del rock anni Sessanta» alla faccia delle mode e per condividere il palco con alcuni volti noti dell’indie rock americano (lo Slint David Pajo e Matt Sweeney su tutti). Il progetto ha avuto vita breve. Fatto uscire l’album (Mary star of the Sea) e terminato il tour, il buon Billy si è ritrovato di nuovo solo. Stavolta però non ha aspettato di trovare altri compagni di avventura e ha fatto tutto da sé.
The Future Embrace, in tutto undici canzoni (tra cui la cover di un classico dei Bee Gees, To Love Somebody, con il Cure Robert Smith corista), segna il debutto da solista e uscirà nei negozi tra un paio di settimane. «Ascoltandolo, non si potrà dire che mi sono seduto sugli allori», avverte Billy Corgan che, autorecensendosi, ha descritto il disco come «elettrico, potente, ma non aggressivo». Un lavoro discreto e influenzato dagli ascolti di gioventù: il Bowie berlinese di Low e la new wave inglese di Joy Division e Echo and the Bunnymen.


Al suo fianco, nello show anteprima di domani all’Alcatraz di via Valtellina 25 (ore 21, ingresso 27 euro), gli ex Filter Brian Liesegang (chitarre/basso/campionatori) e Matt Walker (batteria) e la bella Linda Strawberry (tastiere).

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