da Nuova Delhi
Budhia Singh ha quattro anni e mezzo. Corre. La settimana scorsa a questo bambino indiano gli hanno fatto correre una maratona di 65 chilometri per entrare in un libro dei record. Da più parti dell'India movimenti per i diritti dell'infanzia hanno chiesto al governo dell'Orissa, dove risiede il bambino, di sottoporlo a test medici e di impedire al suo allenatore, che lo ha comprato per 800 rupie (sedici euro) dalla madre vedova, di continuare a sfruttarlo.
I primi accertamenti medici hanno mostrato che il piccolo Budhia soffre di scompensi cardiaci, è malnutrito e disidratato. Lunedì scorso le autorità hanno proibito che il bambino torni a correre, dopo i risultati clinici. Secondo i medici, se Budhia continua a correre per distanze lunghe le sue condizioni potrebbero peggiorare definitivamente. Ma il suo allenatore, Biranchi Das, non è d'accordo ed ha deciso di appellarsi al tribunale contro il ministro del Welfare dello stato Pramilla Mallick e contro i dottori che hanno visitato il piccolo. Secondo Das, gli esami medici sarebbero una cospirazione. Contro l'allenatore e in favore dello stato per bloccare le corse di questo bambino, anche gli atleti indiani, tra i quali la regina dello sprint indiano P.T.
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