Gaetano Ravanà
da Palermo
Ancora un presunto caso di malasanità in Sicilia, il secondo nel giro di appena dieci giorni.
Un neonato di nove mesi è morto all'Istituto materno infantile di Palermo dopo l'anestesia. Il piccolo avrebbe dovuto essere operato per correggere una malformazione a labbro e palato. Francesco Paolo Spoto era entrato in ospedale lo scorso 8 settembre per un intervento che avrebbe dovuto correggere una labioschisi e intervenire sulla lapatoschisi. Subito dopo l'anestesia, però il bimbo è entrato in coma.
Dopo sei giorni di agonia, il suo cuore ha cessato di battere. A nulla sono valsi i tentativi dei medici dell'ospedale dei bambini «Di Cristina» dove era stato immediatamente trasferito.
Sulla morte del piccolo i genitori, affranti dal dolore, vogliono vederci chiaro e si sono rivolti alla magistratura.
La madre del bambino non si dà pace: «Chiedo giustizia per Francesco Paolo. Ma la mia battaglia - aggiunge - è anche perché certi fatti non accadano mai più nei nostri ospedali». «Io - ricorda Maria Grazia - lo ripetevo ai medici: mio figlio ha la febbre, forse è meglio rinviare l'operazione. Ma loro dicevano: signora non si preoccupi sono solo poche linee di influenza. Ma - afferma - sono uscita dalla sala operatoria con un terribile presentimento».
Il pubblico ministero, Nino Di Matteo, ha disposto da subito il sequestro delle cartelle cliniche e cinque medici (tre dell'Imi e due del Di Cristina) sono indagati dalla Procura. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. Gli avvisi di garanzia riguardano i sanitari di entrambi gli ospedali dove il piccolo è stato ricoverato. Bisognerà attendere comunque almeno due mesi per conoscere i risultati della perizia necroscopica che sarà effettuata nella giornata di domani al Policlinico.
Il bimbo era stato visitato una prima volta lo scorso 5 settembre e l'anestesista non aveva riscontrato particolari problemi. Francesco Paolo Spoto, godeva di ottima salute e pertanto non c'era alcun problema per rimandare l'intervento chirurgico. Entrato in sala operatoria con qualche linea di febbre, il bambino dopo l'anestesia ha cominciato a stare male. Sono stati momenti drammatici che si sono protratti per ben sei ore fino a quanto i medici, constatando lo stato di coma, hanno deciso di trasferire il piccolo paziente al «Di Cristina».
Dalla direzione sanitaria dell'Istituto materno infantile fanno sapere che il piccolo era ad alto rischio. La sua malformazione congenita era molto complessa. «Non ci rimane che attendere i risultati della perizia», si sono limitati a concludere i vertici aziendali.
Dal «Di Cristina» hanno invece fatto sapere che quando il bambino è arrivato, le sue condizioni di salute erano disperate e che i medici hanno fatto il possibile per strapparlo alla morte. Nel quartiere «Zen 2» dove la famiglia Spoto risiede, è un continuo via vai di gente che si è stretta attorno al dolore dei genitori del piccolo Francesco Paolo che ha lasciato per ricordo, il suo sorriso dolcissimo.
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