da Lecce
Frustato, picchiato selvaggiamente, colpito con una cinghia, ferito con lacqua bollente, costretto a ballare a piedi nudi dinanzi al suo aguzzino ripetendo: «Sono un bastardo albanese». È lorrore quotidiano che si è abbattuto sul destino di un bimbo di quattro anni, torturato dalla madre, 30 anni, e dal compagno, un pregiudicato di 28: entrambi sono stati arrestati a Sannicola, minuscolo centro nel Leccese, a pochi chilometri da Gallipoli, dove si è trascinata questa storia di orrende sevizie. «Atti animaleschi», dicono gli investigatori.
Le indagini sono scattate a febbraio. Nel corso di una perquisizione, i militari hanno notato i segni delle violenze sul bambino: profondi graffi sul volto, un occhio tumefatto. Il piccolo è stato trasportato in ospedale, i medici lo hanno visitato: sul corpo cerano le cicatrici lasciate dalle cinghiate sulla schiena, tracce di ciocche di capelli strappate; e poi le ferite delle bruciature, ustioni di secondo grado provocate dallacqua bollente che gli aguzzini gli versavano sulla testa. La storia di un massacro che si ripeteva giorno dopo giorno. Il compagno della madre, da poco uscito con lindulto, è stato subito denunciato e il bimbo, nato dalla relazione della donna con un albanese quando faceva loperaia in Svizzera, è stato affidato ai servizi sociali. Gli investigatori hanno ricostruito linferno di quella casa, dove durante unaltra perquisizione hanno trovato sangue dappertutto: sui muri, sulle tende, sul lettino. Il piccolo non usciva più di casa: tanto che le maestre pensavano fosse andato con la madre in Svizzera. E invece era segregato là dentro, nella casa delle torture, dove avrebbe subito anche abusi sessuali. Le sevizie sono andate avanti per due mesi. Ora la madre e il compagno si accusano a vicenda. Il pregiudicato aveva già presentato una denuncia contro di lei, mentre la donna, che è ai domiciliari per motivi di salute, sostiene di essere stata succube del compagno, che lavrebbe ridotta in uno stato di dipendenza psicologica con minacce e violenza, impedendole di uscire. Una versione che non convince gli inquirenti.
Da tempo i vicini sentivano le urla disperate del bambino, ma nessuno ha mai parlato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.