«Lo sapevo. Lo avevo già visto nel rapporto. Quel cartello con il divieto di sosta non cera». Era stato rimosso da chi stava facendo i lavori di risistemazione del marciapiede. Commissionati dal Comune in via Solari. Pochi dubbi anche per lassessore alla Sicurezza e Polizia locale Marco Granelli dopo la notizia che la procura di Milano ha messo sotto accusa anche tre dirigenti di palazzo Marino per la morte di Giacomo, il dodicenne morto in bicicletta sabato 5 novembre, investito da un tram dopo essere stato fatto cadere sulle rotaie dalla portiera di unauto posteggiata lì dove non si poteva. O, almeno, non si sarebbe potuto, visto che quel divieto quella sera non cera. Qualcuno laveva tolto e non più rimesso dove via Solari incrocia piazza del Rosario. Tanto che il conducente dellauto non solo non ha ricevuto le informazioni di garanzia dal tribunale, ma nemmeno una multa. Nessuna irregolarità per lui, dato che non solo non era in doppia fila, come era sembrato dopo una prima ricostruzione dei fatti e il divieto non solo di sosta, ma anche di fermata era sparito.
Le informazioni di garanzia, invece, partite dalla procura hanno raggiunto oltre ai tre dirigenti comunali, due responsabili delle ditte di costruzione e la passeggera che ha aperto lo sportello posteriore facendo cadere a terra il piccolo Giacomo. Un passaggio tecnico per ora che potrebbe preludere a una corresponsabilità in omicidio colposo ove fosse stabilito dalla perizia destinata a ricostruire la dinamica dellincidente. «Faremo tutte le verifiche necessarie», assicura Granelli». Una responsabilità più del Comune o dellimpresa che aveva preso in appalto i lavori? «Credo più dellimpresa - la replica dellassessore - Ma certo i lavori li stavano eseguendo per conto del Comune. E, dunque, non si può negare che si dovessero esercitare le funzioni di controllo previste».
Perché le indagini del pubblico ministero Cristina Roveda hanno accertato che nessuna segnalazione provvisoria era stata piazzata al posto della segnaletica permanente rimossa. Col risultato che il conducente dellauto non è attualmente indagato, mentre lo sono il responsabile della ditta subappaltatrice e il rappresentante della ditta appaltatrice che era che era allo stesso tempo direttore dei lavori della subappaltatrice. Ma pure il committente dei lavori, cioè il Comune di Milano e dunque i suoi tre dirigenti: il progettista del cantiere, il direttore del cantiere e il responsabile di tutti i cantieri aperti in città su una quarantina di marciapiedi in via di sistemazione. Nessun problema, invece, per il settimo indagato solo formalmente, ovvero il conducente del tram che è già appurato non avrebbe avuto nessuna possibilità di evitare la tragedia.
In una strada resa da tempo una giungla dagli automobilisti ormai abituati al pessimo vizio della sosta selvaggia. Un obbrobrio da tempo segnalato da residenti e comitati di quartiere. E che, cosa ancor più grave, non è sparito nemmeno dopo la tragedia e qualche giorno di presenza massiccia della polizia municipale. Come ammette anche lassessore. «Una situazione - assicura Granelli - che sto seguendo con attenzione». Interventi? «Cè stato un sensibile aumento delle multe».
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