Bin Laden ha sempre meno sostenitori

da Washington

Osama Bin Laden perde terreno. La propaganda e l’indottrinamento su cui il leader di Al Qaida e i terroristi islamici fanno affidamento cominciano ad avere meno appeal nel mondo islamico. I consensi calano. E il declino dei paladini della jihad appare evidente.
È un sondaggio condotto dal Pew Research Center a rivelare che i Paesi a maggioranza musulmana si sono avviati verso una nuova tendenza negli ultimi cinque anni. In 15 dei 16 coinvolti nella ricerca demoscopica, il consenso verso le attività terroristiche e gli attacchi suicidi è risultato in forte calo. Con un picco, registrato nel Libano, dove solamente il 34 per cento degli interpellati ritiene giustificati gli attacchi kamikaze, contro il 72 per cento registrato nel 2002. Una diminuzione dai contorni netti, che lascia ben sperare il mondo occidentale nel mirino dell’odio integralista islamico.
Anche i pachistani sembrano avviati verso un nuovo corso: nel Paese del generale Musharraf si è passati da un appoggio del 33% verso le azioni terroristiche al 9% di oggi. Così anche in Giordania (dal 43 per cento del 2002 al 23 di oggi). Unica eccezione: i Territori palestinesi, dove il 70% degli intervistati ritiene che gli attentati kamikaze sono qualche volta o spesso giustificati.
E anche il regista del terrore, lo sceicco Osama Bin Laden, nonostante l’ultima recente apparizione in video (probabilmente il frutto di un banale montaggio di vecchi video, come è stato dimostrato, ndr) non è più l’eroe mitizzato di qualche tempo fa e l’opinione pubblica dei Paesi musulmani sembra avere perso fiducia in lui. La Giordania è il Paese in cui il calo di consenso nei confronti del super-ricercato è più marcato ed è passato dal 56% al 20%; in Turchia si è passati dal 15% del 2002 al 5% di oggi. «Quello che colpisce di più di questi dati è che il sostegno al terrorismo è scemato nella maggior parte dei Paesi colpiti negli ultimi anni dal terrorismo, come indicano chiaramente Pakistan e Libano», ha commentato il presidente dell’istituto di ricerca, Andrew Kohut.
Resta invece in parte ancora diffuso fra gli islamici del mondo il sentimento anti-americano. Gran parte degli intervistati ha dichiarato di essere «molto o in qualche modo preoccupata» dalla potenziale minaccia militare americana contro il proprio Paese. Si tratta del 93% della popolazione del Bangladesh, del 92% di quella del Marocco e dell’81% di quella della Malaysia.
La guerra combattuta dall’islam radicale comincia a registrare, insomma, qualche defezione, almeno fra l’opinione pubblica che tanta parte gioca nel garantire il sostegno psicologico agli estremisti.

L’ultimo atto della battaglia dichiarata all’Occidente ha avuto come teatro il Regno Unito. Alla fine dello scorso giugno, due autobomba pronte a esplodere sono state trovate nel centro di Londra e un’altra si è lanciata contro l’aeroporto di Glasgow. Ancora una volta i terroristi volevano fare una strage.

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