Bin Laden parla dall’oltretomba: l’America paghi per l’aiuto a Israele

Osama bin Laden torna a minacciare gli Stati Uniti, anche da morto, con un messaggio postumo registrato una settimana prima di venir ucciso nel blitz dei corpi speciali americani. «L'America non potrà sognare di vivere in sicurezza fino a quando non si vivrà in sicurezza in Palestina», tuona il defunto capo di Al Qaida. Il messaggio era solo audio ed è stato reso noto ieri, almeno in parte, su un sito estremista. Solo 64 secondi, che parlano anche del giovane nigeriano, Umar Faruk Andulmutallab, autore del fallito attentato del 25 dicembre 2009 su un aereo di linea americano. «Se i messaggi che vi erano rivolti fossero possibili con le parole, non saremmo ricorsi agli aerei - afferma Bin Laden -. Così il segnale che abbiamo voluto trasmettervi attraverso l'eroe Umar Faruk, che Allah sia con lui, conferma un precedente messaggio che vi è stato trasmesso dai nostri eroi dell'11 settembre» sostiene dall'oltretomba lo sceicco del terrore.
Il riferimento alla lotta dei palestinesi non è una novità per Bin Laden. Rivolgendosi agli americani Osama ribadisce: «Non è giusto che voi viviate in pace mentre i nostri fratelli a Gaza vivono nell'insicurezza». Nel messaggio postumo il fondatore di Al Qaida aggiunge che «secondo la volontà di Allah i nostri attacchi continueranno fino a quando voi (gli Usa, nda) continuerete a sostenere Israele».
Al Qaida aveva confermato la morte dello sceicco del terrore annunciando di voler rendere noto il suo ultimo audio. I suoi seguaci parlavano di un messaggio sulle rivolte arabe, ma nei primi 64 secondi resi noti ieri sembra non ce ne sia traccia. Forse le ultime minacce di Osama verranno rese note a puntate per tenere alta la tensione, in attesa della vendetta per la morte del capo.
Il domenicale inglese News of the world sostiene che uno dei bersagli della rappresaglia è il principe Harry, terzo in linea di successione al trono. Il tabloid ha intercettato su internet un video dei «Musulmani contro i crociati» in cui viene simulata la morte del rampollo della casa reale. In realtà anche le minacce a Harry non sono nuove. Il giovane Windsor aveva combattuto segretamente in Afghanistan nel 2007 e gli estremisti hanno giurato di fargliela pagare.
Il messaggio postumo di Osama fa comunque suonare un campanello di allarme per le infiltrazioni di Al Qaida nel mondo palestinese. Il gruppo che si ispira allo sceicco del terrore, Al Tahwir al Jihad, è responsabile della brutale esecuzione, il 14 aprile scorso, del pacifista italiano Vittorio Arrigoni nella Striscia di Gaza. In gennaio le autorità egiziane hanno accusato l'Esercito dell'Islam, un'altra fazione vicina ad Al Qaida, annidata a Gaza, dell'attacco suicida che ha ucciso 24 cristiani, durante il Natale copto ad Alessandria.
Nell'estate del 2009 i miliziani di Hamas hanno spazzato via, armi in pugno, i Guerrieri dei discepoli di Allah, che volevano creare un emirato, in nome di Bin Laden, dalle parti di Rafah, al confine fra la Striscia e l'Egitto. Un anno prima il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, aveva dichiarato: «Senza ombra di dubbio Al Qaida è presente nei territori palestinesi, specialmente a Gaza, dove è facilitata da Hamas». Non è un caso che il premier di Hamas, Ismail Haniyeh, abbia salutato la morte di Bin Laden come quella di un «combattente arabo».
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Tom Donilon sottolinea che Al Qaida non si può considerare «strategicamente sconfitta». Lo stesso presidente Usa, Barack Obama, ha chiesto ieri «un'indagine approfondita» sulle eventuali collusioni pachistane con il super terrorista, che dal 2003 si rifugiava a pochi chilometri da Islamabad, la capitale. Secondo Obama, intervistato dalla Cbs, il fondatore di Al Qaida godeva «di una qualche rete di appoggio» in Pakistan.
Ad Abbottabad i pachistani stanno facendo saltare in aria il compound-bunker dove è stato trovato ed eliminato Bin Laden per cancellarne pure il ricordo. Nel frattempo fanno trapelare i verbali degli interrogatori di Amal Ahmed Abdul Fattah, la giovane moglie yemenita di Osama, che conferma di essere stata «ferita perché ero abbracciata al suo corpo e non volevo lasciarlo». La donna spiega che Bin Laden «era calmo, non si è fatto prendere dal panico e non ha cercato di usare le armi che aveva».

I suoi uomini e lo stesso fondatore di Al Qaida «hanno provato a fuggire ma erano circondati». Secondo la consorte di Bin Laden «i soldati americani gli hanno sparato alla testa per poi trascinarlo fuori della stanza da letto».
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