Bini Smaghi: exit strategy, la stretta monetaria dovrà precedere l'inflazione

Il membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea: il ritiro delle misure studiate per sostenere i bilanci bancari e favorire la ripresa del mercato creditizio dagli shock passati dovrà essete "ben studiato"

La tempistica della "exit strategy" dalle misure straordinarie di sostegno al credito dovrà essere studiata con estrema cura, e «la fase di stretta monetaria non potrà aspettare che si materializzi l’inflazione, ma dovrà precederla». A dirlo è il membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi, che nel suo intervento durante una conferenza alla Banca d’Italia si è soffermato su come le banche centrali, su entrambe le sponde dell’Atlantico, dovranno calibrare la "exit strategy", cioè il ritiro delle misure studiate per sostenere i bilanci bancari e favorire la ripresa del mercato creditizio dagli shock passati. Senza trascurare la politica dei tassi d’interesse, a minimi storici negli Usa come in Eurolandia. «Sarà fondamentale avere una exit strategy ben studiata», ha detto Bini Smaghi. E anche se ancora «non è il momento» di metterla in pratica, «avere una exit strategy è un atto di responsabilità per una banca centrale».

Bini Smaghi si è soffermato sulla tempistica di una simile scelta, che implicherà per la Bce il dover riassorbire misure come la liquidità disponibile "a rubinetto", l’espansione delle attività finanziarie che le banche possono dare a garanzia contro liquidità, l’allungamento delle scadenze dei prestiti e l’acquisto dei covered bond: molto dipenderà - ha detto - dalla ripresa economica e dalla stabilizzazione dei mercati, le cui prospettive sono al momento avvolte dall’incertezza. Iniziare la "exit strategy2 troppo presto rischia di minacciare la ripresa; troppo tardi di seminare instabilità.

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