È il mestiere più vecchio del mondo: grottesco, esecrabile, eppure immutato nei secoli. Certo, siamo lontani dalla leggenda di Romolo e Remo salvati dal latte della «lupa» (così era chiamata nellantica Roma la donna che praticava il mestiere), ma ancora oggi la prostituzione ha i suoi numerosi, fedeli estimatori. Con ununica variante: il luogo. Prima «si incontravano» nelle case chiuse, poi nei marciapiedi, oggi - nellera di Internet e delle chat nella piattaforma digitale del web. È qui infatti, nellincrocio virtuale dellamore a pagamento, che un numero in crescita di professioniste del sesso ha ormai trasferito gran parte del suo business. A Milano, complessivamente, si contano 2.500 prostitute con foto on line e oltre 12.000 senza foto: italiane, straniere, studentesse, impiegate, nubili o sposate, signorine della porta accanto allapparenza insospettabili che incassano in media 450 euro al giorno. In nero, ovviamente. Un giro di affari enorme, tra siti più o meno attendibili, tariffe in bella vista, foto vere o presunte, scandagliato nei minimi dettagli nel nuovo libro-inchiesta di Onelio Francioso Meretrix, prostituzione e case chiuse nellera di Internet (Aliberti, pagg. 173, euro 14). Cinquecento testimonianze raccolte negli ultimi tre anni a Milano che hanno permesso a Francioso, giornalista e docente universitario, di individuare qualcosa come 47.500 siti italiani di annunci «a luci rosse» con punte giornaliere di 35mila visitatori solo nel capoluogo lombardo, sul sito più frequentato.
«Le più giovani dicono di avere 18 anni, ma spesso non superano i 15» sottolinea lautore. Romene, russe, brasiliane. Ma anche polacche, ungheresi, lituane, estoni, croate, albanesi. E naturalmente, italiane. Tra tutte, solo il 4% ha definito il proprio mestiere «schifoso». Le romene sono le più numerose, oltre che le più accanite: contrattano sui prezzi, si fanno concorrenza a vicenda. Sono arrivate a flotte grazie alladesione del loro Paese allUnione Europea. E spesso proprio per esercitare questo mestiere: «il più redditizio», a parer loro. E come dargli torto: per ogni «incontro» della giornata (con rapporto completo) le cifre vanno dai 100 euro delle «girls», che ricevono in casa, fino ai 1.000 euro delle «escort», che esercitano a domicilio. Con supplementi per rapporti anali, incontri di gruppo o prestazioni extra. «Una ragazza per 10mila euro metteva in offerta la sua verginità anale. Dopo un mese lannuncio è scomparso» racconta lautore. Unattività imprenditoriale vera e propria, ma esente dalle tasse perché illecita. «Su alcuni siti sono addirittura pubblicate le tariffe. Le autorità li fanno chiudere, ma due settimane dopo riaprono con un altro nome». In rete ce nè per tutti i gusti (e per tutte le tasche): bionde, more, magre, formose. Con il rischio però di imbattersi in identità false, nomi inventati, foto «rubate» a modelle famose. Come Beatriz Barros, testimonial di Intimissimi, o la top model brasiliana Andriana Lima, affiancate al nome di due italianissime e disinvolte fanciulle. «Uninserzionista - ricorda lautore - era presente sul sito con cinque nomi e foto diversi, ma lo stesso numero di telefono». I clienti migliori sono industriali e politici, disposti a spendere fino a 5mila euro, e a ricompensare le fanciulle con automobili e appartamenti intestati. «Unitaliana continua Francioso - mi ha ricevuto per lintervista nel suo loft in via Durini: era il regalo di un generoso amico».
Certo, cè anche chi lo fa per necessità. Chi spedisce i soldi al Paese per aiutare la famiglia dorigine, per esempio, la quale non sa o finge di non sapere: «Vedrai che lì fai i soldi» dicono alla figlia, ben sapendo a cosa va incontro. Ma la maggior parte si prostituisce per molto meno: un paio di scarpe, un bel vestito, una borsa firmata.
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