Politica

Biotestamento in Senato. Pd e radicali alzano le barricate: anticostituzionale

É bastato che il relatore del provvedimento, Raffaele Calabrò (Pdl), annunciasse «tempi veloci» per l'approvazione definitiva del ddl per fare esplodere le polemiche. Il sottosegretario Eugenia Roccella difende il testo definendolo «una legge di libertà che per la prima volta norma il consenso informato».

Biotestamento, la storia infinita. La discussione non è ancora approdata nell'aula di Palazzo Madama ma la polemica è esplosa e le opposte fazioni sono già salite sulle barricate. Riparte dalla commissione Salute del Senato il cammino del disegno di legge sulle Dichiarazioni anticipate di volontà (Dat), ovvero il cosiddetto biotestamento, per la terza e ultima lettura dopo il voto di Montecitorio del luglio scorso. Tutto l'iter della legge è stato accompagnato da un dibattito lacerante fra le diverse posizioni. Un confronto che ha vissuto il suo drammatico climax durante il primo voto del Senato,nel 2009, pesantemente condizionato dalla morte di Eluana Englaro. La giovane donna, da 17 anni in coma, era deceduta poche settimane prima poichè le erano state sospese l'alimentazione e l'idratazione artificiali. Una decisione presa, dolorosamente, dal padre e sancita da una sentenza dei giudici. In quella occasione non solo il centrodestra ma anche molti esponenti del governo, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ad esempio e il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, avevano esplicitamente chiarito che la legge serviva proprio a impedire che si ripetesse un caso Englaro, ovvero che fossero dei giudici con una sentenza a decidere della vita o della morte di una persona. Il ddl infatti prevede che l'alimentazione e l'idratazione artificiali non possano mai essere interrotte, salvo in casi estremi in cui addirittura si trasformerebbero in una sorta di tortura, come per i malati terminali.
Il testo è stato poi modificato durante la discussione a Montecitorio. Si è quindi reso necessario un terzo passaggio al Senato.Ed è bastato che il relatore del provvedimento, il senatore Raffaele Calabrò (Pdl), annunciasse di prevedere «tempi veloci» per l'approvazione definitiva del ddl per scatenare la reazione durissima prima di tutto dei radicali. «Non rinunceremo a nessuno dei nostri emendamenti, tutti presentati in nome della Costituzione», avvertono i senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca. Per l'opposizione infatti il testo è stato peggiorato da Montecitorio rispetto al già pessimo, a loro avviso, provvedimento uscito dal Senato in prima lettura.
«Utilizzeremo tutti gli strumenti concessi dal regolamento per emendare e migliorare un testo contro la Costituzione e contro la libertà della persona -promettono i radicali- Un testo che trasforma il diritto alla salute in obbligo di cure e il diritto alla vita in divieto di morte».
Che cosa prevede il testo uscito da Montecitorio? Oltre allo scontato divieto di eutanasia "attiva", nel mirino dei radicali è finito soprattutto il divieto di interrompere l'idratazione e la nutrizione se non per i malati terminali. Inoltre il ddl non prevede vincoli per il medico che non dovrà più confrontarsi, in caso di controversia con il fiduciario, con un collegio di medici istituito ad hoc. In sostanza l'ultima decisione spetterà comunque al medico e dunque le Dat non avranno valore vincolante. Ed infatti il cittadino potrà solo indicare i trattamenti che non vuole ricevere. L'espressione della sua volontà insomma potrà soltanto orientare i medici ma non rappresenterà mai ed in nessun caso un "ordine" da eseguire. Inoltre il biotestamento entrerà in gioco una volta accertata l'assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale. Definizione ritenuta poco chiara da molti medici.
La Roccella difende il ddl. «Si tratta di una legge di libertà che assicura la possibilità di dire sì o no alla terapia e che per la prima volta norma il consenso informato», sostiene il sottosegretario. Critico invece il senatore Pd Ignazio Marino.

«Questa legge in pratica dice ai medici che possono sospendere le cure quando una persona è morta -afferma Marino- Davvero un bel risultato: si trasformano le dichiarazioni anticipate di trattamento, la volontà del paziente, in carta straccia».

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