Bismut: «L'Italia per noi resta un mercato fondamentale»

I segnali di ripresa ci sono, in Europa e anche in Italia. Ne è convinto Philippe Bismut, ceo e presidente di Arval, secondo il quale per il noleggio a lungo termine la fase più acuta della crisi è ormai alle spalle.
Come giudica la situazione del mercato italiano?
«Per Arval, oggi l'Italia non rappresenta un'area critica ma piuttosto un mercato importante, sostenuto soprattutto dalle piccole e medie imprese. Quello dello small business è un segmento strategico, in cui Arval sta crescendo. E questo anche grazie al fatto che, essendo emanazione di un grande gruppo bancario, possiamo lavorare con tranquillità sul fronte del credito e degli incassi».
E per quanto riguarda il resto d'Europa?
«Da maggio registriamo trend in ripresa su tutti i principali mercati, dopo il momento di depressione che tra il 2012 e l'inizio del 2013 aveva visto le aziende congelare gli investimenti, limitandosi a chiedere il prolungamento dei contratti in essere. Una conferma del miglioramento della situazione viene dal comparto della auto usate che reimmettiamo sul mercato alla fine del periodo di noleggio, i cui valori di vendita hanno ricominciato a salire».
Il settore del noleggio va verso un'ulteriore concentrazione? E Arval, in particolare, cerca nuove acquisizioni o alleanze?
«Il mercato continuerà a evolversi, ma non credo che questo avverrà con ulteriori fenomeni di consolidamento. Ritengo che, dopo l'arrivo nel recente passato di player emergenti nati da operazioni di fusione, il settore vada incontro a un periodo di stabilità. Per quanto riguarda Arval, la ricerca di nuovi partner si limita oggi all'ambito distributivo, soprattutto quello delle reti bancarie».

Come gestite il rapporto tra flotte ed ecosostenibilità?
«È alla base della nostra filosofia aziendale, sia per ragioni economiche - il costo di una flotta è correlato al suo livello di emissioni di CO2 - sia per una concreta preoccupazione verso l'ambiente. Per questo, raccomandiamo la scelta di veicoli che rappresentano il miglior compromesso tra le attese dei driver e la volontà delle aziende di ridurre i costi».