«Bisogna formare una nuova classe dirigente»

Sabato 16 giugno Forza Italia chiama a raccolta i romani per le Primarie. Saranno circa 80, fra gazebo e camper, i punti dove si potrà votare. «Il modello delle Primarie a Roma è esportabile in tutte le Regioni e le grandi città - afferma il coordinatore nazionale degli azzurri, Sandro Bondi -. Si tratta di un’apertura straordinaria alla società civile». La macchina organizzativa è a pieno regime, 30mila i manifesti affissi in città. A presiedere il Comitato dei garanti è lo stesso Bondi. Sulla scheda elettorale iscritti e simpatizzanti potranno indicare tre preferenze. Venti i nomi che usciranno dalle urne. Fra questi il congresso eleggerà i 10 membri del direttivo e i due vice-coordinatori. Se a sinistra per la nascita del Partito Democratico si procede a colpi di vertici fra i segretari, Forza Italia, al contrario, si apre alla gente».
Bondi, quanti romani metteranno piede nei gazebo il 16 giugno?
«Noi stimiamo parecchie decine di migliaia. La mobilitazione del partito per promuovere le Primarie è notevole. Abbiamo scritto il regolamento, allestito i seggi, saranno elezioni vere. La gente ha voglia di essere coinvolta, di dire basta ai partiti che sente lontani e indifferenti».
La gente vuole contare di più, va bene. Ma che cosa si aspetta in concreto Fi dalle primarie?
«Essenzialmente di costruire una classe dirigente per il futuro. Giovani, donne, forze nuove. Bisogna far nascere una squadra, che sappia, al massimo per il 2011, strappare Roma all’egemonia di 15 anni di centrosinistra. Le nostre primarie costruiranno un partito-squadra. A noi non servono primarie per scegliere un leader. Il leader lo abbiamo già ed esprime una guida nazionale. È Silvio Berlusconi».
Le amministrative che hanno visto Forza Italia primo partito nel Lazio, sono il segnale che anche a Roma, se si votasse oggi, la gente manderebbe a casa la sinistra?
«Forza Italia si è confermata primo partito in assoluto a Rieti e Latina. E primo partito della CdL a Frosinone. Quanto a Roma, Forza Italia in questi ultimi mesi, grazie al lavoro del coordinatore regionale Francesco Giro, ha fatto un enorme balzo in avanti in termini di visibilità e di consensi».
Roma conta 200mila immigrati clandestini, ben 120 baraccopoli, è la capitale della cocaina. Come fa Veltroni a dire che è un modello per il Paese?
«Il sindaco di Roma è un re nudo. Sono bastate le denunce precise e incontestabili di Silvio Berlusconi sul degrado, sulla diffusione della cocaina, sull’aumento della violenza, per far vacillare la credibilità di Veltroni che oggi è ai minimi storici».
Il Patto della legalità fra Amato e Veltroni parte fra le proteste dei poliziotti, che non hanno benzina per le volanti, e dei vigili; secondo il prefetto a Trastevere l’unico problema reale sono gli ambulanti abusivi. Questo Patto è una cosa seria?
«Purtroppo è già carta straccia e non lo dico io ma gli stessi alleati di Veltroni.

Volevano costruire quattro mega-villaggi per i nomadi e subito si sono levate le proteste della sinistra radicale e le perplessità della Margherita che ha bocciato il progetto di Veltroni definendolo una bomba ad orologeria e una follia. Quanto a Trastevere il Viminale ha addirittura cancellato la visita di Bush a Sant’Egidio proprio per problemi di sicurezza».

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