Cronaca locale

«Black out, colpa dei condizionatori»

Il professor Enrico Tironi, del Politecnico: «Consumi alle stelle e rifornimenti in tilt per i troppi impianti accesi nelle stesse ore della giornata»

Giovanni Buzzatti

Con i black out da caldo e consumi eccessivi sarà meglio imparare a convivere. «Il problema si ripresenterà, ogni estate», spiega Enrico Tironi, direttore del dipartimento di Elettrotecnica al Politecnico. «Le colpe? Dei condizionatori e del fatto che tutti li accendano nelle stesse ore della giornata». Gli esperti ragionano in termini di potenza: un condizionatore consuma quanto dieci televisori. Assorbe la stessa energia di scaldabagno, ferro da stiro e lavatrice in funzione contemporaneamente. «Ecco spiegato perché, fino a qualche anno fa, il picco dei consumi in Italia si registrava a dicembre. Ora si tocca invece d’estate», aggiunge il professore. Che spiega come, sfruttando i nuovi contatori elettronici, si potrebbe annullare il rischio black out.
Si parte dai guasti a cavi e centraline degli ultimi giorni, causati da consumi elevati e caldo. Condizioni - riprende Tironi - che fanno «soffrire» le macchine. «Le soluzioni? Aprire nuove centrali, per prima cosa. Si tratta di scelte, però, che scatenano le proteste dei cittadini». Si potrebbe allora investire sulla rete cittadina, «cosa utile ma costosa perché serve a risolvere un problema che si presenta pochi giorni l’anno». Il professore lo spiega con un esempio: «Immaginiamo di dover gestire un servizio di pullman. Se tutta la gente si muove solo alle 7 del mattino dovrò mettere tutti i bus in servizio a quell’ora e lasciarli fermi per il resto della giornata. L’ideale sarebbe invece distribuire gli spostamenti». Lo stesso discorso vale per la rete e la richiesta di energia. «I costi per reggere i “picchi”, poi, verrebbero scaricati sulle bollette».
Resta un’altra strada che gli esperti del Politecnico stanno studiando. Si parte dal meteo. «Grazie alle previsioni si può ipotizzare in quali giorni avremo consumi elevati di energia». Al resto penserà la tecnologia, che consentirà di far spegnere, a turno, gli elettrodomestici più potenti, condizionatori in primis.
Lo strumento per farlo sono i nuovi contatori elettronici, meno «tolleranti» dei vecchi apparecchi (neri e con la rotella) e per questo più propensi a «saltare». Potrebbero essere loro a fare da «spia», comunicando all’Aem quali elettrodomestici sono in funzione. «A quel punto basterebbe bloccare, a turno e per pochi minuti, quelli che consumano di più. Si tratterebbe di un distacco programmato che distribuirebbe meglio i consumi in città, evitando i picchi che tanti problemi creano alla rete». Fantascienza... «Assolutamente no - insiste il docente -. Il piano per diffondere i nuovi contatori è già in atto. Andrebbero aggiornati impianti ed elettrodomestici. Non è una cosa che si fa dall’oggi al domani, certo, ma non ci vogliono nemmeno trent’anni. La tecnologia già esiste».
Il sacrificio sarebbe richiesto solo per case e uffici. «Un quarto d’ora al giorno senza condizionatore a me, un altro quarto d’ora al mio vicino e così via - conclude il docente -.

E nessuno, così, resterebbe al buio».

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