Roma

Black-out sul blocco trasporti

Claudio Pompei

Uno scenario a dir poco disastroso quello provocato lunedì scorso da poche ore di pioggia: la città tagliata in due per tutta la giornata dall’inagibilità delle fermate delle uniche due linee metropolitane a Termini; tutte le linee tramviarie ferme (per rami caduti sui fili, centraline saltate e scambi bloccati dall’acqua); gran parte delle consolari impraticabili fino a ieri mattina con centinaia di auto «annegate» nell’acqua alta; i taxi ridotti a un miraggio. È apparsa in tutta evidenza l’impreparazione cronica della città rispetto a eventi atmosferici del tutto prevedibili in autunno: il Comune, però, si ostina a non fare per tempo la manutenzione e la pulizia dei tombini e i municipi non hanno i soldi per provvedere da soli.
Ma la circostanza più scandalosa, che fa assomigliare Roma a un paesino del Terzo mondo, è l’assoluta mancanza di informazioni all’utenza. Lunedì scorso il centralino del Comune 060606 è andato in tilt per le migliaia di chiamate, con gli operatori che - poverini - non sapevano dare risposte di alcun genere. Stessa sorte per il punto informativo dell’Atac a Termini, letteralmente preso d’assalto dagli utenti infuriati. L’unica - chiamiamola così - certezza informativa era un cartello affisso sui cancelli chiusi della metropolitana che recitava: «Servizio sospeso per allagamento dalle 16.20 alle...» e seguiva uno spazio in bianco. Il servizio è stato riattivato solo ieri mattina. Non miglior sorte è toccata a chi per ore ha invano atteso un tram. Eppure, come hanno pomposamente annunciato mesi fa il sindaco Veltroni e l’assessore Calamante, abbiamo le paline elettroniche in grado di avvisare chi è alla fermata anche di un ritardo di un solo minuto... Niente. Lunedì - come ha fatto notare il capogruppo regionale della Dc Fabio Desideri - non funzionavano. Forse il temporale aveva mandato in tilt anche la centrale operativa. Insomma, decine di migliaia di persone disorientate, che camminavano come formiche impazzite sotto gli ombrelli, senza sapere come fare per tornare a casa.
Nel frattempo il vicecapo di gabinetto di Veltroni, di fronte a un disastro del genere, si affannava a dettare alle agenzie di stampa un comunicato per far sapere ai giornali che il Campidoglio stava rispondendo con enormi sforzi all’eccezionalità di 44 millimetri di pioggia. In un Paese civile, il responsabile di un black-out informativo del genere sarebbe cacciato a calci nel didietro..

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