Il mercato aveva chiesto da mesi le dimissioni dei fondatori di Rim la casa produttrice del Blackberry, lo smartphone preferito dai businessman. E così ieri Jim Balsillie e Mike Lazaridis, dopo 20 anni, hanno annunciato che lasceranno la carica di ceo pur rimanendo nel cda. Prima di lasciare, i due hanno anche nominato un nuovo ceo, Thorsten Heins, un passato in Siemens e già da alcuni anni al lavoro nella società canadese. Ma nonostante gli auspici di Lazaridis («lazienda sta entrando in una nuova fase» avrebbe detto dopo avere presentato le dimissioni) il mercato non ci crede. Tanto che ieri ha fatto perdere al titolo Rim, già ampiamente penalizzato, un altro 6%.
Lerrore è stato in realtà del nuovo manager. Heins infatti ha subito dichiarato di non avere alcuna intenzione di spezzare lazienda mantenendo lo stesso percorso adottato dai predecessori. «Non sarà un cambiamento stravolgente - ha chiarito Heins -. Seguirò il percorso dei miei predecessori ma sono pronto a fornire la licenza ad altre società interessate al nostro sistema operativo». Heins vuole aumentare gli sforzi della società nel marketing e nel lancio dei nuovi prodotti. Le parole del nuovo ceo rischiano dunque di vanificare gli sforzi di Rim, che punta a girare pagina dopo un anno particolarmente negativo, che ha ridotto la sua quota di mercato negli Stati Uniti del 10% a causa della concorrenza dei colossi Apple e Google. Non solo. Anche i disservizi di ottobre e linsuccesso del tablet PlayBook hanno favorito una pioggia di vendite sui suoi titoli.
E così mentre un canadese, Stephen Elop, è alla guida di Nokia, altro produttore di smartphone in difficoltà, un tedesco ha preso le redini di Rim. Ma la strada appare in salita per entrambi.
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