BlackBerry per chi lavora, iPhone per chi si diverte, il resto per chi ha esigenze specifiche oppure è triste dentro. Siamo italiani e abbiamo pregiudizi italiani. Però all'estero la percezione che si ha del BlackBerry è un po' diversa da quella di mera protesi di managerini che provano a incastrare un meeting inutile fra uno inutilissimo e un altro del genere «da cosa nasce cosa». Mezzo mondo è pieno di ragazzi che comunicano attraverso il BB Messenger, il cui punto di forza non è solo una scontata immediatezza ma anche la totale gratuità.
Di punti di forza gli smartphone della RIM presentati in agosto a Londra ne hanno anche altri. Abbiamo visto in anteprima i due nuovi BlackBerry Bold e i tre nuovi BlackBerry Torch, tutti basati sul nuovo sistema operativo OS 7. I Bold 9900 e 9930 colpiscono per la leggerezza mentre è con i Torch (9810, 9850 e 9800) che l'azienda di Waterloo (Ontario, Canada) entra a piedi uniti in un mondo touch che finora aveva guardato quasi con sospetto. E poi c'è un display a scorrimento che a richiesta fa saltare fuori la cara vecchia tastiera fisica... Insomma, il vecchio utente BlackBerry non rimane spaesato mentre quello nuovo è da subito nel mondo touch. Quanto al nuovo OS 7, potremmo ammorbare con dettagli tecnici ma può bastare il fatto che qualsiasi funzione sia di circa il 40% più veloce rispetto alla versione 7 e del 100% rispetto alla 5. Rimandiamo al sito www.blackberry.com per i particolari.
Per capire la filosofia dell'operazione basta una parola: Facebook. Non ci riferiamo solo all'integrazione fra il BBM e il social network creato da Mark Zuckerberg, di utilità notevole per chi frequenta entrambi i mondi, ma all'ambizione poco celata della RIM di diventare la piattaforma di comunicazione del pianeta: il luogo dove tutti passano per vedere chi c'è e chi non c'è, quello che adesso è Facebook molto più del «giornalistico» Twitter. Di questo abbiamo parlato con Patrick Spence e Rob Orr, rispettivamente managing director e vicepresident della RIM. Spence è diretto: «Oggi gli strumenti di lavoro assomigliano a quelli per il tempo libero, la gente chiede di avere più opportunità possibili con lo stesso smartphone senza essere costretta a fare scelte limitanti. In questo momento noi non siamo concorrenti di Facebook in maniera diretta, per questo la scelta è l'integrazione. In futuro, chissà...».
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