Blardone torna sul podio e la Gius fa la sorpresissima

Un secondo posto di cattiveria, un altro di disperazione. Da Adelboden a Kranjska Gora, in un sabato da sogno, sventola il tricolore sui giganti di coppa del mondo: a urlare di gioia sono Max Blardone e Nicole Gius, una conferma e una sorpresissima. Ma andiamo con ordine e separiamo le storie, partendo da Adelboden, il tempio del gigante che fa tornare il sorriso a Benny Raich, il numero uno che sembrava perso ma che in realtà sapeva benissimo dove doveva andare. L’austriaco, esaltandosi nelle difficoltà, ha vinto con 85/100 di vantaggio su Blardone e un secondo tondo su Aksel Lund Svindal, il norvegese sempre più leader di coppa anche grazie all’uscita di Bode Miller nella prima manche.
Caldo, caldo pazzesco e assurdo ai piedi della Kuonisbaergli, il cui manto di neve ghiacciata ha presto ceduto sotto la pressione degli sci, tanto da favorire nettamente i primi al via. Carico di rabbia dopo gli ultimi risultati così così, Max Blardone è stato bravissimo nella prima manche a trovare i giusti tempismi e a chiudere secondo molto vicino a Raich, domando il suo istinto su una pista che ha sempre amato, ma che spesso lo aveva tradito con i suoi spettacolari cambi di pendenza. Quello di ieri è stato per l’ossolano il decimo podio in carriera, il terzo ad Adelboden, biglietto da visita mica male per un gigantista puro: «Vincere oggi sarebbe stato difficile, Raich era più forte, io sono contento per come ho reagito durante la seconda manche, ero partito male perché vedevo poco, poi per fortuna ho sentito la voce dello speaker che urlava ohi ohi Max!, ho capito che stavo perdendo e ho rischiato tutto nell’ultimo muro».
Blardone ora dovrà aspettare oltre un mese la gara clou della sua stagione, quella che assegnerà il titolo mondiale, e sembra incredibile che ancora una volta il calendario sia stato realizzato senza tenere conto delle esigenze dei gigantisti, gli artisti dello sci, quelli che mandano in scena le gare più belle ma che per la federazione internazionale dovrebbero sparire, visto il modo in cui vengono trattati. Sarà anche vero che bisogna fare largo alla polivalenza, ma non si può pensare che specialisti come Blardone, Simoncelli (ieri 8°) e Schieppati (14°), o i francesi Chenal (5°) e Fanara (10°), cambino pelle da un giorno all’altro. Max ci ha provato, ma i risultati per ora sono scoraggianti e non fanno altro che convincerlo sempre più del fatto che gli conviene puntare tutto sulla specialità in cui può vincere. Di certo, nei lunghi giorni da qui al Mondiale, Max dovrà cercare di fare tesoro delle esperienze passate evitando di arrivare al giorno X teso come gli è sempre capitato dal 2002 ad oggi, due Olimpiadi e due Mondiali sprecati pur partendo fra i favoriti.
Dopo la gara di ieri, il quartetto azzurro per il gigante di Aare dovrebbe essere composto da Blardone, Simoncelli, Moelgg, che è uscito da una lunga crisi con un ottimo sesto posto, e Schieppati, finalmente regolare ad alto livello e pronto per il definitivo salto di qualità. A facilitare la scelta del dt Roda le difficoltà di Peter Fill, e la rinuncia al gigante di Giorgio Rocca, ieri nel parterre a tifare per i compagni, oggi attesissimo nello slalom. «Dispiace non essere in pista, ma sono ormai convinto che la scelta di puntare solo sullo slalom sia quella giusta. Il dolore al ginocchio c’è, ma in gara non ci penserò».
Passando a Kranjska Gora, dove si è corso un gigante femminile, le notizie per l’Italia sono, se possibile, ancora più belle, perché se da Adelboden ci si aspettava il podio, in Slovenia si sperava al massimo in un piazzamento, con Karbon, o Putzer, o magari Moelgg. E invece dalla calza della Befana ecco spuntare la piccola Nicole Gius, 26 anni, un passato onorevole in Coppa del Mondo (3° posto in slalom a Semmering nel 2002 l’unico podio), ma un’ultima stagione a dir poco disastrosa. Nicole era stata esclusa dalla nazionale, tutti pensavano fosse finita, ma lei non ha mollato, si è allenata duramente con il gruppo sportivo Esercito e si è riconquistata il posto in squadra.

Ieri ha costruito il risultato, che per lei vale quanto una vittoria, con il 5° tempo nella prima manche sciata di fino e il grande coraggio di non accontentarsi nella seconda. Meglio di lei solo l’austriaca Nicole Hosp, che dopo 4 secondi posti è finalmente riuscita a battere tutte.

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