Blatter: «Italia campione del mondo per errore»

«Deve farsi una Tac» la replica di Gigi Riva, vicecommissario della Figc

Claudio De Carli

«Vorrei scusarmi con loro», ha dichiarato il presidente della Fifa Joseph Blatter. Ma loro chi? Non gli azzurri per non essersi presentato alla cerimonia della consegna della coppa del Mondo, ma con gli australiani: «... vittime di molte simulazioni». Ma dai. A 112 giorni dal trionfo di Berlino, Joseph Blatter continua la sua guerra personale e mondiale contro l’Italia e intervistato dall’australiana Sbs Television confessa: «Voglio scusarmi con tutti voi fan: la vostra nazionale avrebbe meritato di battere l’Italia negli ottavi di finale dei Mondiali e sarebbe dovuta avanzare ai quarti. So che molti di voi non hanno apprezzato la decisione di Luis Medina Cantalejo che decretò il rigore all’ultimo minuto che sancì la vittoria dell’Italia. Sono d’accordo con voi. Eravate vicino ai supplementari, e in 11 contro 10...». La frase l’ha lasciata in sospeso, non per pudore, ma solo perché così ha più effetto e ogni australiano sparso sulla faccia della terra può darle il finale che vuole.
Perplessità azzurra: «Ha bisogno di farsi curare - gli ha risposto molto seriamente Gigi Riva, vicecommissario Figc -. Ma nel frattempo non gli permettiamo di dire certe cose, deve avere rispetto per noi che siamo i campioni del mondo. Forse politicamente ha bisogno di un voto dell’Australia, certo che ultimamente dice cose un po’ strane, come quella di eliminare gli inni prima delle partite internazionali o chiederci un incontro fra Zidane e Materazzi per farli riconciliare ma pretendendo di partire dalle scuse del nostro calciatore. Dimenticando che Zidane in carriera è stato espulso otto volte per comportamento violento». Forse Gigi Riva ha solo enfatizzato la sindrome da effetto Zelig che assale Blatter nei suoi viaggi. La sera che l’Italia vinse il titolo fece i complimenti a Petrucci e agli azzurri: la vittoria dell’intelligenza, la definì. Va in Francia e abbraccia Zidane, vede Mandela e gli affida i mondiali del 2010, va in Australia e la designa virtuale campione del mondo. Vede un cinese e gli compare una ciotola di riso in mano.
Comunque ecco spiegata la sua latitanza alla cerimonia di Berlino del 9 luglio, nonostante le smentite degli uffici comunicazione Fifa: non voleva premiare i calciatori indegni, peraltro in una manifestazione organizzata dalla Federazione di cui lui è a capo. Ma non è la prima volta che il colonnello svizzero, detto anche «biglie fredde» per un bizzarro aneddoto relativo ad alcune palline inserite nel congelatore prima di entrare nell’urna delle estrazioni, si mangia la coda. Solo tre giorni fa la commissione arbitri Fifa ha espresso la sua grande soddisfazione per il comportamento dei direttori di gara in occasione dei mondiali tedeschi. Non per Luis Medina Cantalejo a cui Blatter, e solo lui, attribuisce la paternità della sconfitta degli australiani per quel generoso rigore concesso a Grosso. Anche nel suo recentissimo passato, Blatter si è distinto per l’arte diplomatica, gli incredibili equilibrismi e la mancanza di stile. La designazione tedesca a sede del 2006 fu un episodio da medioevo del calcio, con voti scambiati, pentiti e promesse al Sud Africa, strangolata e poi premiata. Dall’8 giugno 1998, data del suo insediamento sul più alto scalino del calcio, di lui si ricordano l’intuizione del Golden gol e subito dopo del Silver gol, abortiti per manifesta generale vergogna e altre proposte da puro intenditore: «Se manca lo spettacolo, e lo spettacolo sono i gol, allarghiamo le porte», citazione smentita, incenerita e sepolta in tutti gli archivi Fifa, ma vera. Con una popolarità ai minimi storici anche fra i calciatori: sono stati indirizzati a lui gli unici fischi nella festa finale della Confederation Cup che costrinse a giocare nonostante la tragedia di Marc Vivien Foè, il camerunense deceduto solo due giorni prima nella semifinale contro la Colombia: al momento della consegna, Blatter, presente, venne ignorato da Desailly e Song, i due capitani che alzarono assieme la coppa più inutile della terra dopo quella del Mondiale per club. Paolo Maldini ha espresso i suoi apprezzamenti per Blatter poco più di un mese fa: «Per la prima volta un presidente Fifa non ha voluto premiare i campioni del mondo, una cosa che mi ha dato veramente fastidio», agganciandoci anche il fido Michel Platini, in corsa per la poltrona di presidente Uefa contro la vittima designata Lennart Johansson. Marcello Lippi alle dichiarazioni di Blatter ha chiesto tregua, Marco Tardelli invece risponde subito: «Se quanto ha detto è vero, è gravissimo. E sarebbe anche un brutto condizionamento per gli arbitri che dirigeranno le nostre prossime partite».
Non è ritorsione contro l’amico dei francesi che rinnega i campioni del Mondo.

A nessuno interessa conoscere quanto guadagni il capo della federazione con più Paesi dell’Onu, per reggere tutto il baraccone e del resto lui si è sempre ben guardato dal renderlo noto. Ma con Zidane è proprio un bel testa a testa.

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