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Blechen e gli splendori italiani

Carl Blechen (1798-1840) realizza il sogno dell’Italianische Reise nel 1828, a 30 anni. Il pittore che è entrato tardi all’Accademia di Berlino e ha perso il lavoro di decoratore teatrale ottenuto con i buoni uffici di Schinkel, ha racimolato del denaro con la vendita di un quadro storico. È senza l’appoggio di un mecenate o di un’accademia, privo di qualunque incarico, ma libero di utilizzare il proprio tempo. E così durante il viaggio in Italia, aspirazione comune di generazioni di artisti, elabora un nuovo modo d’intendere il paesaggio. Quando tornerà a Berlino dopo 14 mesi, con un migliaio di disegni, porta con sé insieme con la luce e il sole mediterraneo, «una libertà dello sguardo, del tratto, della prospettiva e del colore» che saranno la base della sua opera e della sua vita, scrive in catalogo Mareike Hennig, curatrice della mostra «Disegnato con la luce», aperta alla Casa di Goethe fino al 18 luglio.
Per la prima volta viene esposta per intero una delle più importanti raccolte tedesche di disegni del XIX secolo, l’Amalfi-Skizzenbuch (Album di schizzi di Amalfi), cuore della produzione italiana di Carl Blechen. Sono 66 fogli di grande formato, 33 disegni a seppia, 29 a matita, 2 a penna e 2 acquerelli realizzati nel maggio del 1829 in dieci giorni fra Napoli e la costa amalfitana.
Prima di lasciare la Germania, Blechen si ferma a Dresda a far visita a Dahl dove ha conosciuto il grande Friedrich. A Roma resta tre giorni, va al Caffè Greco, visita chiese, gallerie, musei e probabilmente la mostra di Turner, quindi raggiunge la campagna romana e nella primavera del 1829 è a Napoli e dintorni, dove rimarrà nove settimane. Il soggetto preferito è la sponda frastagliata di Posillipo, sono i palazzi, le rovine, le grotte, l’orizzonte con i profili del Vesuvio e di Capri, che rappresenta con tratti sottili e accurati. Da Napoli va a Sorrento, ad Amalfi dove si ferma otto giorni, poi raggiunge a piedi Ravello. Ma prima visita Pompei e lì esegue bellissimi acquerelli. Non raffigura la città antica, ma gli edifici militari contemporanei e un sottufficiale di colore. Molto prima degli impressionisti, Blechen dipinge en plein air, registra il fenomeno delle «ombre colorate» e, rinunciando alle vedute turistiche, «presenta la percezione soggettiva del paesaggio come fatto oggettivo». Con i disegni a seppia di Amalfi, della Valle dei Mulini e di Ravello raggiunge il culmine. Il contrasto di luce e ombra richiama esperienze sensoriali, il calore, la frescura, il silenzio.

Blechen non va alla ricerca del colore locale, ma delle cartiere e delle ferriere della Valle dei Mulini, delle case ponte sopra al torrente, degli edifici squadrati che s'intravedono dietro gli alberi in controluce.
Casa di Goethe, via del Corso 18. Orario: 10-18, tutti i giorni eccetto il lunedì, fino al 18 luglio.

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