Il blitz della polizia nella villetta

Il casolare veniva tenuto sotto controllo con le telecamere 24 ore su 24. Il sopralluogo nelle stanze, tutte sullo stesso piano. I boss erano armati di pistola

Il blitz della polizia nella villetta

Palermo - Il casolare in cui sono stati arrestati i quattro latitanti era utilizzato dal boss Salvatore Lo Piccolo come luogo di incontro per summit di mafia. Come quello di stamani con altri due capimafia latitanti, Andrea Adamo di Brancaccio e Gaspare Pulizzi di Carini. Gli investigatori sono certi che il padrino doveva impartire loro nuovi ordini. Dalle indagini emerge, inoltre, che dal giugno 2006 Sandro Lo Piccolo sarebbe sempre stato al fianco del padre, perché temeva vendette da parte degli uomini del boss rivale Nino Rotolo. Al momento del blitz, Sandro Lo Piccolo aveva con sé una pistola automatica, con matricola cancellata, mentre Adamo aveva una Smith&Wesson alla cintola. Il luogo di incontro nelle campagne di Carini era stato localizzato già da diversi giorni dagli uomini della Catturandi e veniva controllato 24 ore su 24 attraverso un’apparecchiatura sofisticata che ha permesso ai poliziotti di visualizzare gli ingressi del casolare a qualche chilometro di distanza. Gli altri due arrestati, con l’accusa di favoreggiamento, sono incensurati; uno di loro è il proprietario del casolare.

Il casolare La villetta a un piano dove sono stati arrestati i boss Lo Piccolo è composta al pian terreno da quattro stanze, un camerino e un bagno. All’ingresso, sopra ad un tavolo ricoperto da una tovaglia cerata ci sono tre bicchierini di plastica con resti di caffé un pacchetto di Merit, uno di fazzolettini di carta e un portacenere con due cicche, segno che il blitz della polizia ha interrotto una riunione. Su una poltrona è poggiato un maglione blu. In un’altra stanza c’è un lettino singolo e in una terza c’è un letto matrimoniale. In questa camera sono stati trovati in un armadio numerosi vestiti. Sul comodino è poggiato un mazzo di carte francesi, sigari e un paio di occhiali. Sopra un mobile bar con alcune bottiglie di liquore e spumante c’è un televisore e di fronte al letto c’è un mobile con specchio. Nella quarta stanza c’è un tavolo, una bicicletta poggiata al muro e alcuni vestiti. La villa è di proprietà di Filippo Piffero, che è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento. In una piccola dependance abitano anche i suoceri del proprietario, che sono tuttora in casa. Anche questi locali sono stati perquisiti dagli agenti della catturandi.

All’interno della villetta si trova anche il bagno che il boss Salvatore Lo Piccolo voleva utilizzare per disfarsi dei pizzini. Gli investigatori lo hanno bloccato mentre stava gettando nel wc i bigliettini di carta contenenti i messaggi per i suoi affiliati.

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