Blitz al supermarket bloccato dalla polizia

Sit-in per il caro vita: un gruppo cerca di fare irruzione nei negozi

Barbara Carrer

Hanno cercato di entrare, intorno alle 13, nel nuovo centro commerciale Sarca di via Milanese, ma il cordone della polizia (insieme al servizio di sicurezza dell’ipermercato), li ha fermati. Questa l’iniziativa non violenta di una ventina di esponenti dei «Comitati per la Quarta settimana», un’organizzazione di consumatori che si fa portavoce di chi, spiega lei stessa, non riesce ad arrivare alla fine del mese. Obiettivo dei manifestanti, in quella che hanno definito la giornata nazionale contro il carovita, era ottenere lo sconto del 50 per cento su un paniere di generi alimentari di prima necessità.
Hanno, invece, dovuto accontentarsi, rimanendo all’esterno della struttura, di invitare i presenti alla mobilitazione, fare volantinaggio ed esibire un grosso striscione recante la striscia: «Casa, salute, cultura, movimento. I diritti non hanno prezzo. Action contro il carovita». Il tutto accompagnato dall’esibizione di un gruppo di musica balcanica.
Niente tentativi di occupazione dei locali, dunque, né scontri con le forze dell’ordine, nell’ambito del «Carovita day», solo la volontà di manifestare il malcontento. «All’aumento progressivo dei prezzi sui generi alimentari - ha spiegato il portavoce dei Comitati - è corrisposto quello delle tariffe di acqua-luce-gas, delle locazioni, dei trasporti e di carburanti, assicurazioni, autostrade. Per non parlare dei costi relativi a salute, istruzione, assistenza».
Quest’ascesa vertiginosa del carovita si ripercuoterebbe, sempre a detta dei contestatori, soprattutto sulle fasce deboli della popolazione: pensionati, stranieri, lavoratori precari che «avrebbero diritto a smettere di “tirare la cinghia” e a fare una spesa dignitosa».


Questo, in definitiva, il motivo di un «sit in» proprio davanti al Centro Sarca: «Contestare un ipermercato che si definisce sociale per i suoi prezzi competitivi, ma non si sottrae alla massimizzazione dei profitti e ha portato alla chiusura di tanti esercizi commerciali più piccoli».

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