Gianni Mozzo
Nella pratica clinica generale le statine, da sole, non bastano a curare pazienti ad alto rischio, con cardiopatia ischemica, diabete ed eccesso di colesterolo nel sangue. Questo risultato (presentato nei giorni scorsi in Spagna, a Barcellona) durante il congresso mondiale di cardiologia emerge da unindagine condotta in molti Stati europei per raccogliere i pareri di cardiologi e medici di Medicina generale: 879 in tutto.
Nel commentare i risultati dellindagine, José Luis Zamorano, professore associato di medicina interna e direttore del Laboratorio di diagnostica cardiovascolare non invasiva per immagini allospedale di San Carlos, Spagna, ha dichiarato: «In base a questa indagine, tre medici su quattro sono consapevoli del fatto che le statine in monodose possono non essere sufficienti a raggiungere il livello di colesterolo cattivo stabilito come obiettivo nei pazienti ad elevato rischio. Le linee guida hanno la tendenza a richiedere livelli più bassi per ridurre i rischi di cardiopatia ischemica». Ha affermato Alberico Catapano, ordinario di Farmacologia presso lUniversità di Milano: «La terapia con statine può essere molto efficace, ma se i medici ritengono che non sia auspicabile impiegare dosi elevate, allora occorre prendere in considerazione terapie alternative nonché trattamenti in associazione con altri farmaci. Le terapie più recenti come lassociazione ezetimibe/simvastatina, producono effetti diversi rispetto alla statine assunte da sole in quanto agiscono sulle due fonti del colesterolo; esse inibiscono sia il suo assorbimento nellintestino sia la sua sintesi nel fegato. Lefficacia diventa maggiore proprio per questa doppia azione».
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