Antonia Marsetti
da Sondrio
Se ieri notte non fossero stati intercettati, inseguiti, fermati e arrestati sarebbero riusciti a svaligiare, di nuovo, un municipio. Lottavo in otto giorni.
Invece, la banda di romeni - di cui facevano parte Janos Edves e Gheorghe Predisor, diciannove anni il primo, 20 il secondo, e tutti e due clandestini - che nellultima settimana ha tolto il sonno ai sindaci e ai vigili urbani in servizio nei piccoli Comuni della Valtellina, ora si trova dietro le sbarre. O meglio: due dei tre malviventi che laltra notte viaggiavano sulla Ford Escort risultata rubata ad un controllo e per questo inseguita dalle pattuglie di Carabinieri e Questura di Sondrio, sono finiti al fresco dopo una frenetica battuta di caccia nei boschi e una breve colluttazione. Il terzo, invece, è riuscito a fuggire, inghiottito dalla Valmasino, impervia vallata che la banda aveva deciso di «visitare» per arraffare carte di identità in bianco, timbri, computer, ma anche diritti di segreteria e - perché no - le pistole in dotazione agli agenti di polizia urbana: come è accaduto a Dazio, piccolo centro in Bassa Valtellina, dove i malviventi si sono impossessati di una calibro 765, o come è successo nella rinomata stazione turistica Chiesa in Valmalenco.
I due romeni verranno interrogati dal sostituto procuratore Stefano La Torre solo nelle prossime ore, ma gli inquirenti unidea già se la sono fatta: si tratterebbe di furti su commissione per racimolare documenti in bianco che la malavita organizzata utilizza per i suoi uomini. Quasi 300 quelle sparite in Valtellina.
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