Bloccato per iniziativa di Fini il documento Ue su Gerusalemme

Il presidente Usa insiste sulla necessità di fermare il terrorismo e diffondere la democrazia in Medio Oriente: «La sopravvivenza di Israele dipende da questo»

Bloccato per iniziativa di Fini il documento Ue su Gerusalemme

Roberto Fabbri

Il documento compilato dalla presidenza britannica sulla situazione a Gerusalemme Est, che a fine novembre aveva suscitato polemiche in seguito alle anticipazioni uscite su diversi quotidiani, non sarà adottato dall’Unione Europea.
La decisione è stata presa dai ministri degli Esteri dei Venticinque riuniti a Bruxelles, su iniziativa del capo della diplomazia italiana Gianfranco Fini. La motivazione addotta è quella della «inopportunità politica» di pubblicare un testo che esprime preoccupazioni e critiche per l’ampliamento delle colonie ebraiche nella zona di Gerusalemme a ridosso delle elezioni israeliane (fissate per il 28 marzo) e palestinesi (previste per il 25 gennaio). «Abbiamo preferito le vie ordinarie» della diplomazie per esprimere a Israele le nostre perplessità, ha spiegato il ministro britannico Jack Straw.
Fini ha convinto i colleghi europei parlando della realistica possibilità che il tema, in grado di sollevare forti emozioni, finisca con l’essere strumentalizzato nelle campagne elettorali quasi concomitanti dei due irrequieti vicini mediorientali. «Come è a tutti noto - ha spiegato Fini - Israele e i Territori palestinesi sono alla vigilia di una campagna elettorale che in entrambi i casi è di enorme rilievo per consolidare il processo di pace. È auspicio di tutti che nelle rispettive elezioni prevalgano coloro che sono convinti sostenitori del processo di pace e quindi della Road Map. Per questo è parso ai colleghi che la pubblicazione del documento potesse essere in qualche modo strumentalizzata da coloro che, nell’uno e nell’altro campo, hanno obiettivi diversi».
«Ciò che è scritto» nel documento - ha aggiunto Fini - «ha contenuto oggettivo» e non è in discussione. Il problema riguardava semmai il modo in cui esso sarebbe stato divulgato. Il nostro ministro degli Esteri ha chiarito che la decisione presa ieri a Bruxelles non modifica la posizione dell’Ue. Non pubblicare il documento, in altre parole, «non significa in alcun modo che i ministri europei non siano consapevoli e preoccupati di ciò che accade a Gerusalemme Est». In particolare, l’Europa continua a «non transigere» sul rispetto della Road Map e continua a ritenere che lo status di Gerusalemme Est dovrà alla fine «essere definito nell’ambito della Road Map e d’intesa dalle due parti».
Quanto alla delicatissima questione del confine del futuro Stato palestinese, Fini ha detto che «non può essere precostituito» per mezzo di iniziative irreversibili.

Nel documento britannico a suo tempo anticipato dal quotidiano Guardian venivano espresse preoccupazioni a proposito sia della politica israeliana di circondare la parte araba di Gerusalemme con nuovi insediamenti ebraici (isolandola così dal resto della Cisgiordania) sia dell’uso della «barriera protettiva» in costruzione per creare surrettiziamente una frontiera di fatto.

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